Ancona, 16 febbraio 2021 - Ci sono volute 72 ore per inviare all’Istituto superiore di sanità i dati della pandemia nella provincia di Ancona. Dati che saranno discussi oggi dalla giunta regionale con i vertici sanitari nazionali. Dati che in realtà sono ormai stabili da quasi un mese e con la caratterizzazione del dilagare della cosiddetta variante inglese. Dati che pongono le città di Ancona, Castelfidardo, Sassoferrato, Loreto e Sirolo sopra la soglia dei 250 casi su centomila abitanti. Mentre altri 4-5 Comuni sono vicini alla soglia. Rispetto a questa situazione i vertici della sanità marchigiana hanno chiesto limitazioni a livello di zona.
AGGIORNAMENTO / Ordinanza Regione Marche: chiusa la provincia di Ancona
"Noi aspettiamo dall’Istituto superiore di sanità le indicazioni e poi interverremo", dice l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini. Specificando che a livello regionale la media di positivi non supera i 180 casi su centomila abitanti: "Macerata e Ascoli sono peraltro in netta controtendenza rispetto Ancona". Dove la variante inglese ha preso il sopravvento, come confermano i dati di ieri di ieri: sono 128 positivi al Covid. La provincia più colpita è ancora quella di Ancona con 90 casi, seguita da Macerata con 23, Pesaro Urbino con 5, Fermo e Ascoli Piceno con 2 casi a testa e 6 fuori regione. Sembrerebbero dati da zona gialla, mentre però su Ancona la pressione sugli ospedali, pronto soccorso compresi dice altre cose.
Gli esperti di epidemiologia vorrebbero affrontare subito la questione per anticipare, invece che rincorrere, la pandemia. Mentre l’Istituto superiore di sanità ha già detto che "va ridotta l’incidenza sotto i 50 casi per centomila abitanti". Il contrario rispetto alla situazione di Ancona e dintorni. "I numeri attuali di Covid-19 suggeriscono che siamo sul filo del rasoio, in una situazione che rischia di peggiorare, e il prossimo futuro deve essere di grande attenzione", ribadiscono dall’Istituto superiore di sanità.
Difficile che possano dire che Ancona, a differenza, di Perugia non deve essere chiusa, pur avendo superato la soglia nel capoluogo ed almeno altri 5-6 Comuni. D’altra parte se nel Dpcm non sono previste chiusure diverse da quelle regionali vuole dire che ogni altra decisione dipende o dal sindaco per un singolo Comune o dal presidente Acquaroli per un’area più vasta. L’idea di anticipare un’area arancione in parte della provincia di Ancona sembra prevalere con l’idea di salvaguardare il resto della regione mantenedola gialla il più possibile.
Intanto, al nono giorno di febbre, curata con la terapia domiciliare, l’ex presidente della regione Luca Ceriscioli è stato ricoverato al San Salvatore di Pesaro. Pur non avendo problemi respiratori, Ceriscioli deve comunque riuscire a venire fuori dall’infezione del Covid-19. L’ex governatore è stato ricoverato nel reparto non intensivo in una giornata dove i malati di Covid agli ospedali riuniti Marche Nord sono arrivati a quota 100.