Bologna, 23 agosto 2022 - Aumentano in modo preoccupante, anche in Italia, i contagi del cosiddetto Vaiolo delle scimmie. Stando all'ultimo report reso noto dal ministero della Salute, i casi sono arrivati a 714, con un incremento di 52 rispetto a una settimana fa. Il bollettino sottolinea che sono solo 194 i casi collegati a viaggi all'estero. L'infezione continua a colpire quasi esclusivamente i maschi che rappresentano la quasi totalità dei casi (704). L'età mediana è 37 anni. Non sono riportati decessi nel nostro Paese.
La scheda: quanto è grave la malattia
Vaiolo delle scimmie: la mappa regionale
Tra le Regioni, il maggior numero di casi (308) si è verificato in Lombardia; seguono Lazio (128), Emilia Romagna (73), Veneto (48). Solo Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Val d'Aosta non hanno riportato contagi.
Il numero di contagi settimanali è in crescita in Lombardia, dove si sono registrati 11 casi in più rispetto alla scorsa settimana. Tre casi in più nel Lazio e in Toscana (dove si contano, rispettivamente, 128 e 36 contagi dall'inizio dell'epidemia), 2 in più in Campania (31) e Puglia (16). Un nuovo caso in Emilia-Romagna (73), Liguria (16), Marche (5), PA di Trento (4).
Stabili i casi in Veneto (48), Piemonte (26), Friuli Venezia Giulia (11), Sicilia (5), Sardegna (4), Abruzzo (2), PA di Bolzano (1).
I contagi nel mondo
Intanto, nel mondo, il numero complessivo di casi è prossimo ai 43mila (42.954), secondo il portale attivato dai Centers for Disease Control and Prevention che pubblica in tempo reale gli aggiornamenti forniti dalle autorità nazionali. Sono 95 i Paesi coinvolti fino a oggi. Il maggior numero di contagi (15.432) si è verificato negli Stati Uniti. Seguono Spagna (6.119), Brasile (3.450), Germania (3.295), Regno Unito (3.081), Francia (2.889). Ammontano a 12 i decessi riportati fino a oggi: 4 in Nigeria, 2 in Spagna e Repubblica Centrafricana, 1, rispettivamente, in Ghana, India, Brasile, Ecuador.
Un italiano morto a Cuba
Intanto è morto il turista italiano a Cuba, affetto da vaiolo delle scimmie. La vittima è Germano Mancini, 50 anni, comandante dei carabinieri di Scorzè, in provincia di Venezia. Il ministero italiano degli Affari esteri ha confermato che si tratta di un decesso a seguito di contagio da Monkeypox.
Il ministero della Salute italiano - si apprende - "non ha ricevuto conferme scientifiche dalle autorità sanitarie locali ed è al lavoro per acquisire elementi" sul caso di Germano Mancini", che secondo le autorità locali era affetto da vaiolo delle scimmie ed è morto nelle scorse ore. "Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto", ha dichiarato il ministero della Salute cubano in un comunicato.
Vaia: nessun allarme
"La notizia di ieri del primo decesso tra i casi italiani di vaiolo delle scimmie, un nostro connazionale deceduto a Cuba, non deve allarmare la popolazione. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane", tranquillizza il direttore Generale dello Spallanzani, Francesco Vaia. In una nota, spiega, che "a fronte di oltre 42.000 casi notificati in Paesi non-endemici, quindi al di fuori dell'Africa centrale e occidentale, i decessi sono stati solo 5, pari a una letalità di 1,2 su 10.000. La malattia interessa oggi solo dei gruppi di popolazione, e abbiamo un vaccino, che è il vaccino antivaioloso di terza generazione (MVA-BN), che ha una elevata capacità di protezione (almeno 85%) dalla malattia. Allo Spallanzani, Centro di Vaccinazione della Regione Lazio, abbiamo già vaccinato più di 500 persone a rischio di contagio di vaiolo delle scimmie e molti altri verranno vaccinati nelle prossime settimane". Inoltre "I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata". Questi dati dimostrano che "il vaccino antivaioloso è in grado di stimolare una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di molti anni".
Quindi, "chi non ha ricevuto la vaccinazione in passato, e ha comportamenti che lo espongono a rischio di contagio, deve effettuare due dosi di vaccino, a distanza di 28 giorni". Per Vaia "si conferma che la vaccinazione, in questo caso solo su popolazione a rischio e non sul totale della popolazione, rappresenta ancora una volta uno strumento altamente efficace e di protezione duratura per contrastare questa nuova malattia".
Che cos’è il vaiolo delle scimmie (monkeypox)?
Seguiamo le indicazioni dell'Istituto superiore di Sanità: il vaiolo delle scimmie è un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. Nelle aree endemiche è trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto. Il virus è stato identificato per la prima volta come patogeno umano nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Dalla sua scoperta, casi umani sono stati riportati in diversi paesi africani. Attualmente la malattia è endemica in Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Gana (solo casi in animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan.
Sintomi e durata
I sintomi del vaiolo delle scimmie comprendono di solito: febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia. Durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento.
I segni più frequenti sono: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee sottoforma di vescicole. Possono essere infettive ulcere, lesioni o piaghe della bocca.