Venezia, 10 febbraio 2021 - Un'asse che unisce Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia: non è la prima volta che succede. Bonaccini, Zaia e Fedriga potrebbero unire ancora una volta le forze per provare ad acquistare autonomamente vaccini covid per i residenti nelle proprie regioni. Ma l'ipotesi fa infuriare la Ue.
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"Semmai si concretizzasse, la quantità potrebbe interessare due o tre regioni. Le quantità prevederebbero più realtà, perché la quantita minima obbligatoria per la vendita è rilevante", spiega il governatore Luca Zaia. La cosa è tecnicamente possibile, assicura il presidente veneto: "C'è un nuovo scenario, c'è una quota di vaccini in mano a intermediari a livello mondiale, professionisti e non faccendieri. Se è vero così, e se il camion si carica alla fabbrica, la cosa si fa interessante".
Ma l'ipotesi - di cui ha parlato anche oggi Stefano Bonaccini dopo l'incontro con il premier incaricato Mario Draghi - fa infuriare la Ue. "La base della nostra strategia è di lavorare insieme, non avere negoziati paralleli sui vaccini, che metterebbero in difficoltà la nostra strategia comune. E gli Stati membri sono d'accordo su questo", è la stoccata del portavoce della Commissione Ue per la Salute Stefan de Keersmaecker, in risposta a una domanda sui negoziati annunciati dal Veneto con le aziende farmaceutiche.
L'ira della Ue
"A seguito della procedura congiunta abbiamo ordinato 2,3 miliardi di dosi, 1,2 miliardi da aziende già autorizzate dall'Ema. Sono convinto che la nostra strategia permetterà agli Stati membri di ricevere le dosi per le loro compagnie di vaccinazione e non hanno bisogno di negoziati paralleli che sono contrari giuridicamente e politicamente alla nostra strategia dei vaccini", ha aggiunto.
Zaia: altre tre proposte, anche da Russia e Cina
Ma Zaia pare del tutto intenzionato a tirare dritto. "L'acquisto dei vaccini da parte del Veneto è una fuga in avanti? Non ho parole. Siamo senza vaccini e abbiamo cittadini veneti disperati. A me sembra assurdo che si dica che è una fuga in avanti - ha continuato Zaia - è una posizione che non ha nessun senso: io ho il dovere di seguire tutte le strade possibili per avere i vaccini per i veneti e farò di tutto come in passato è stato per le mascherine, i tamponi, i test rapidi".
"Il direttore dell'area Sanità del Veneto "ha chiesto una formulazione scritta di una proposta" per l'acquisto di vaccini - spiega Zaia - "Abbiamo ricevuto tre offerte: ci propongono anche lo Sputnik e il vaccino cinese, ma finché non vengono approvati dall'Ema non si fa nulla. Io non ho partecipato a nessun incontro, questa è una competenza esclusivamente tecnica", continua Zaia chiarendo di non aver ancora avuto contatti in merito con il ministero della Salute. Ma "qualora si verificasse l'opportunità tutto verrà fatto non in contrapposizione con il governo e nel rispetto formale di qualsiasi legge", assicura Zaia: "Se le carte non sono a posto non si procede di un millimetro. Avremo sempre un'interlocuzione con il Ministero". Certo è che se la possibilità "si concretizzasse, le quantità prevederebbero più realtà , la quantità minima non è irrilevante", continua Zaia
Verrà stabilito entro il fine settimana il programma per la somministrazione in Veneto del vaccino AstraZeneca. Lo ha riferito ai giornalisti l'assessore regionale alla Salute, Manuela Lanzarin. "La linea - ha affermato - è quella di inserire anche i servizi essenziali nella somministrazione con AstraZeneca; attendiamo di sapere i numeri dagli enti a cui abbiamo chiesto. La settimana prossima dovremmo riceverne circa 50mila dosi".