Ancona, venerdì 5 marzo 2021 – L’annuncio è stato dato questa mattina da Francesco Acquaroli che nei giorni scorsi si era speso personalmente per avvicinare le parti e dopo i dati da fanalino di coda in Italia sullo stato delle vaccinazioni nelle Marche. "Vi comunico – ha scritto il presidente della Regione su Facebook - che abbiamo appena approvato in Giunta l'accordo con i medici di medicina generale per procedere con la somministrazione dei vaccini anti-Covid della popolazione a domicilio e negli studi medici. Ringrazio i medici di medicina generale e tutte le sigle che hanno sottoscritto l'accordo per la disponibilità e l'alto senso di responsabilità dimostrate".
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Vaccino anche dai medici di base dal 15 marzo
L’intesa, che è su base volontaria, sarà operativa dal prossimo 15 marzo, ma la sua buona riuscita dipenderà dalla disponibilità di dosi che viene inviata alle Regioni dallo Stato centrale. I medici di famiglia potranno vaccinare nei propri ambulatori ma anche all’esterno, nei centri vaccinali, nelle case della salute e negli ospedali di comunità.
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A chi tocca dopo gli over 80
Una volta che saranno immunizzati gli over 80, i medici che aderiscono al progetto potranno vaccinare di volta in volta le categorie stabilite dal piano vaccinale secondo il loro grado di vulnerabilità: le priorità saranno date a pazienti affetti da malattie respiratorie e cardio-circolatorie, ai disabili, ai diabetici, ai malati di fibrosi cistica, a chi ha una insufficienza epatica o renale, ai malati di patologie autommuni o celebro-vascolari, ai malati oncologici, gli affetti da sindrome di down, ai trapiantati e ai grandi obesi.
Vaccini al 2% dei marchigiani
In regione, secondo il Ministero della Salute, sono state oltre 116 mila le dosi di vaccino anti-Covid già somministrate nei 15 centri vaccinali, pari al 74% delle quasi 157 mila dosi ricevute fino a ieri, una percentuale poco oltre la media nazionale che ieri mattina era del 72,7%. In pratica è stata vaccinata solo il 2,08% della popolazione, dato che ci pone al sest’ultimo posto della classifica delle regioni. Le cose non vanno meglio se parliamo di protezione dei più fragili, gli anziani over80: secondo la Fondazione Gimbe le Marche sono quart’ultime con appena il 25% degli individui ricompresi in questa fascia di popolazione che ha ricevuto la prima dose, e solo l’1,5% la seconda. Tutto questo accade mentre giacciono nei frigoriferi delle strutture sanitarie 40mila 734 fiale, gran parte delle quali di fabbricazione Astra Zeneca. A sostenerlo è il Ministero della Salute che, a livello nazionale, ha stimato che il vaccino anglo-svedese è stato somministrato solo per il 28,5 per cento. Del resto alcune categorie non fanno mistero di considerare questo siero di serie B perché è efficace al 60 per cento contro l’infezione (dimenticando che protegge al 100 per cento nelle forme gravi), mentre i vaccini Pfizer e Moderna raggiungono una protezione del 90-95 per cento. Proprio il mancato utilizzo delle 40 mila dosi ancora disponibili è diventato motivo di attacco alla maggioranza in Regione da parte del Centrosinistra. «