Bologna, 13 febbario 2021 - Quattro milioni di dosi per il Veneto e l'Emilia Romagna. Tre milioni per il Piemonte. E non è detto che la lista non sia destinata ad aumentare a breve, per esempio con la Campagna di De Luca. E' partita da giorni la caccia ai vaccini covid da parte delle Regioni che sono ormai in emergenza da coronavirus continua, non riescono a programmare la campagna di immunizzazione perché non sanno mai quante fiale arriveranno la settimana seguente. C'è un tema sanitario, ovviamente: l'esigenza di salvare vite e prevenire la diffusione del covid. Ma c'è anche un retrogusto tutto economico: chi prima si immunizza, prima riparte. Un assioma che nessuno dice, ma che tutti hanno ben a mente.
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Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ne ha fatto una battaglia ideologica. Il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e il suo assessore alla Sanità Raffaele Donini, sfumano i toni ma non il succo della questione: i vaccini non bastano e le Regioni hanno già chiesto all'Aifa il permesso ad acquisti indipendenti dalle forniture governative. Si parla, ovviamente, di sieri approvati dall'Ema.
"Il Veneto tira dritto sui vaccini. Ma è vergognoso quello che sta accadendo – tuona Zaia - questo è un Paese nel quale se cerchi di risolvere un problema, crei problemi. Io sono allibito per quello che sta accadendo. Ma se è vero che i vaccini salvano la vita - ha aggiunto - e allora dobbiamo vaccinare in fretta i veneti. L'acquisto avverrà nella legalità e nel rispetto di regole e direttive, ma oggi siamo davanti a un Governo che non si esprime e l'Europa invece che dice che non è vietato acquistarli. Ma in questo Paese, come sempre, sembra che sia un problema occuparsi della salute dei cittadini. Questo è un Paese talmente malato che si critica anche chi fa il proprio mestiere, cosa dovremmo fare? Aspettare che passi il Covid?".
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Toni più pacati, ma stesso intento in Emilia Romagna: “Siamo tra le Regioni che, insieme ad altre, hanno maggiori relazioni con i mercati internazionali nell'ambito farmaceutico, e lo abbiamo già dimostrato con la campagna antinfluenzale - ha sottolineato Donini, ricordando che peraltro, proprio con il Veneto - abbiamo fatto nel recente passato un'unica gara per l'acquisizione e la fornitura di tamponi rapidi antigenici, andata a buon fine. Se necessario, l'esperienza si potrà quindi ripetere: siamo tra i più attenti a valutare cosa si muove sul mercato internazionale e lo facciamo insieme ad altri”. Il piano etico è scivoloso e l'Emilia-Romagna lo sa bene. “Per noi - ha ribadito l'assessore - è comunque indispensabile che ogni fornitura di vaccini sia validata da Aifa, che vi sia un confronto fra Governo e Regioni per percorrere la strada più utile e proficua per il Paese e, condizione imprescindibile, che eventuali approvvigionamenti autonomi sui mercati internazionali non comportino la decurtazione delle dosi che spettano alle Regioni interessate secondo il piano vaccinale nazionale”.
Intanto, AstraZeneca, oggi, ha precisato in una nota di essere "impegnata a supportare un accesso al vaccino ampio, equo e senza profitto per tutta la durata della pandemia. Con riferimento alle notizie apparse, inerenti l'esistenza di canali paralleli di fornitura del nostro vaccino anti-Covid, in cui AstraZeneca sarebbe in qualche modo coinvolta, vogliamo ribadire che non vi è attualmente alcuna fornitura, vendita o distribuzione del vaccino al settore privato. Se qualcuno offre vaccini attraverso il settore privato, e' probabile si tratti di vaccini contraffatti e come tali vanno segnalati alle autorità competenti".