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Truffa e riciclaggio a Parma, sequestri per 10 milioni: arrestati i tre complici

Gestivano in modo fraudolento un centro sportivo e diversi alberghi, senza pagare fatture e imposte. Trasferivano i debiti su associazioni che poi facevano fallire

I sequestri della Guardia di finanza

Parma, 12 ottobre - Per circa 10 anni hanno gestito in modo fraudolento il centro sportivo Acqualena a Parma e varie strutture alberghiere, non pagando i debiti verso i fornitori e l'erario e trasferendo le spese su associazioni che poi facevano fallire. Due imprenditori e un avvocato sono finiti agli arresti per associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti di: bancarotta e insolvenza fraudolente, truffa e autoriciclaggio, omessa dichiarazione fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Si tratta dei fratelli Marcello (54 anni) e Antonio Vetere (66 anni) e dell'avv­ocato Antonio Dimichele del foro di Parma. L'arresto è stato effettuato dalla Guardia di Finanza su ordine del gip di Parma e su richiesta della Procura.

Gli indagati

I primi due indagati sono risultati capi e promotori di un’associazione a delinquere di cui faceva parte anche il legale che, nel tempo, ha redatto una serie di contratti di vendita da una società all’altra; ha prodotto in giudizio fittizi accordi contrattuali tra società, finalizzati a sottrarre garanzie; ha prodotto contratti di vendita di beni per neutralizzare le attività delle curatele e ha contributo alla stesura di atti finalizzati alla dissipazione di beni aziendali.

Sequestri per oltre 10 milioni 

Il gip ha emesso anche un decreto di sequestro impeditivo del centro sportivo Aqualena (piscine e palestra) e delle relative attrezzature per un valore complessivo di circa 3.500.000 euro; di due rami d’azienda connessi alla gestione dell'Hotel City Parma e di un’impresa di manutenzione meccanica. Sono state sequestrate anche le quote di partecipazione al capitale sociale di 26 società intestate ai principali indagati e somme di denaro pari a circa € 4.900.000 che sarebbero state distratte da fallimenti di diverse società.

E' stato disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di 2.762.815, pari all’ammontare delle imposte complessivamente evase e del profitto del reato di autoriciclaggio, da eseguire nei confronti di tre società e, in alternativa, per equivalente su beni mobili, immobili e disponibilità liquide dei principali indagati. Sono stati sequestrati anche 45 immobili nelle province di Parma e Reggio Emilia.

L'indagine

Le attività di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura di Parma e svolte dalla Guardia di Finanza, sono iniziate esaminando la gestione del complesso sportivo. In particolare, le indagini hanno portato alla luce un'associazione a delinquere, con al vertice i tre uomini, che aveva come obiettivo criminoso quello di lucrare il massimo profitto dali'attività e che lo ha raggiunto non pagando i debiti verso i fornitori e l’erario ed evitando che il fatturato aziendale potesse essere aggredito dai creditori, riversando i costi gestionali e fiscali dell’esercizio dell’impresa su società ed associazioni “satelliti”, intestate a prestanome, destinate al fallimento, e svuotate a tempo debito di ogni bene. In questo modo, secondo il gip, l’attività del sodalizio criminoso avrebbe “contaminato il tessuto economico locale con condotte predatorie e parassitarie ai danni di fornitori privati, oltre che dell’erario e degli enti pubblici”.