LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Trombe d'aria e marine in Emilia Romagna: qual è la differenza

Maltempo e instabilità climatica portano il più delle volte danni e disagi. A volte ci si mettono anche i ‘funnel’ o i ‘dust devil’: la spiegazione del meteorologo Roberto Nanni

Bologna, 3 luglio 2024 – L’instabilità climatica sa far paura. L’argomento, in particolare in Romagna, di questi tempi è purtroppo più che noto. In queste ore una tromba marina si è spinta fin sul litorale della provincia di Ravenna e in particolare nell’area di Punta Marina, causando significativi danni (video). Anche se il maltempo prosegue, non si tratta di fenomeni isolati, ma è importante fare distinzione tra le varie tipologie di eventi che possono verificarsi, come sottolinea Roberto Nanni, meteorologo Ampro, Associazione Meteo Professionisti.

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Una tromba d'aria sul mare. Nel riquadro il meteorologo Ampro, Roberto Nanni
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Nanni, quali sono le differenze?

“La prendo dal senso opposto e comincio coi punti in comune. Innanzitutto, si parla sempre di fenomeni legati all’instabilità atmosferica. E subito dopo rilancio dicendo che tornado e tromba d’aria indicano lo stesso tipo evento. In pratica sono sinonimi. La prima differenza importante è invece tra le trombe d’aria e le trombe marine”.

I nomi aiutano a contestualizzare. “La tromba d’aria è legata a fenomeni che si verificano sulla terraferma, quella marina fa riferimento ad ambienti caratterizzati dall’acqua. In linea generale, le trombe marine sono più numerose, ma vengono associate a fenomeni meno severi e di portata meno ampia”.

Come si formano?

“Alla base c’è lo scontro tra due venti opposti, tradizionalmente uno proveniente da nord est e uno da nord ovest, o magari da sud ovest. Ciò che conta è il fatto che scontrandosi, questi finiscono per salire verso l’alto, impattando con un contesto di instabilità climatica. In quest’ottica la caratteristica dirimente della tromba d’aria e della tromba marina è che queste trovano una connessione sia con la cella temporalesca che viene raggiunta quando i venti salgono verso l’alto, sia col suolo o con l’acqua”.

Qual è la differenza col funnel, la nube a imbuto?

“Si parla di funnel quando la connessione avviene soltanto con la cella temporalesca e non con l’acqua o col suolo. Sul fronte opposto abbiamo invece i ‘dust devil’, diavoli di sabbia o di polvere, che al contrario hanno connessione con la terra, ma non con la cella temporalesca. Volendo si potrebbe allargare il discorso, con lo stesso principio, anche allo snow devil, che si verifica in montagna, col coinvolgimento della neve caduta. In tutti questi casi parliamo di fenomeni dalla portata inferiore, caratterizzati da microvortici, di dimensioni limitate e raggi d’azione che possono essere circoscritti sull’ordine di metri”.

Parlare di cambiamento climatico è pertinente?

“Serve chiarezza: i vortici ci sono sempre stati. È vero che adesso se ne registrano molti, ma un aspetto cruciale è legato al significativo aumento della presenza di dispositivi atti a individuarli”.

Sono pericolosi?

“Mai generalizzare. Come detto, in linea di massima le trombe marine sono potenzialmente meno preoccupanti, il che però non vuol dire che non ci siano rischi. Ricordate il 2019 a Milano Marittima, nel ravennate, quando una di queste trombe arrivò fino alla costa? I danni furono ingenti”.

Come si muovono?

“Generalmente in maniera parallela alla costa, formandosi nelle aree più a nord dell’Adriatico, come quella ravennate e poi scendendo verso il territorio cesenate e riminese, avviandosi progressivamente verso il mare aperto. Sono più rari in casi nei quali prendono la direzione della battigia”.

Quali sono i peridi maggiormente a rischio?

“Detto che tra le cause spicca la marcata instabilità alimentata dalle presenza di aria fredda in quota, per quanto riguarda il nostro territorio, i periodi più soggetti a rischio sono quelli compresi tra la primavera e l’autunno. Con significative differenze da mese a mese: nel tratto emiliano romagnolo che dunque si affaccia sull’Adriatico, il periodo più critico è agosto, mentre scendendo verso il bacino del Mediterraneo, il riferimento diventa ottobre”.