Bologna, 24 gennaio 2023 - Il 2022 ha segnato il record in Italia per le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche: per la prima volta abbiamo superato quota 1.800 (1.830, +3,7%) in un anno. Bene anche i trapianti (3.887, +2,5%).
Ma c'è di più: la Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale ha confermato il trend di crescita già mostrato nel 2021, completando il totale recupero dei livelli pre-Covid, e segnando in molti casi le migliori performance assolute mai realizzate.
I dati vengono dal report elaborato dal Centro nazionale trapianti presentato dal ministro della Salute Orazio Schillaci con il direttore del Cnt Massimo Cardillo e il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro.
Dei 1.830 trapianti, 1.461 provengono da donatori deceduti e 369 da viventi. Un risultato frutto in particolare di un nuovo aumento delle donazioni potenziali segnalate in rianimazione (2.662, +4,1%). Per questo motivo il tasso nazionale di donazione per milione di popolazione (pmp) risulta il più alto di sempre (24,7) e pone ancora una volta l'Italia ai vertici europei dietro alla Spagna e insieme alla Francia.
Le regioni in cui si dona di più
La regione con il tasso di donazione più elevato si conferma la Toscana (49,3 donatori pmp), ma va segnalato l'aumento esponenziale del tasso in Emilia Romagna (46, +8,8 sul 2021) e il buon risultato del Veneto (36,3, +6,2). Ancora indietro nel complesso il centro-sud, con qualche lieve segnale di crescita in Lazio, Campania e Calabria.
Ancora tanti no alle donazioni: i motivi
Ma continuiamo ad analizzare i dati: nel 2022 sono state quasi 15 milioni le dichiarazioni di volontà alla donazione di organi depositate nel Sistema informativo trapianti al 31 dicembre 2022, registrando il 72% di consensi, mentre per il restante 28% le opposizioni. Le dichiarazioni di volontà alla donazione registrate lo scorso anno nei Comuni italiani attraverso il sistema CIE (carta di identità elettronica) sono state 2,7 milioni, con una percentuale di no del 31,8% (+0,7% rispetto al 2021). E questo secondo dato è in realtà quello più preoccupante, considerando che ormai la quasi totalità delle dichiarazioni arriva proprio attraverso il sistema CIE. In generale si è espresso (positivamente o negativamente) il 55,5% dei cittadini che hanno fatto richiesta del documento, mentre gli altri hanno deciso di non registrare alcuna indicazione. Le opposizioni registrate in vita restano alte, specialmente nelle regioni del Sud dove sfiorano o in qualche caso superano il 40%.
Sensibilizzare i giovani
E in proposito il ministro Schillaci, e poi anche Cardillo e Brusaferro, hanno sottolineato che questo dato conferma la necessità di sensibilizzare soprattutto due fasce di età: i 18-30enni (tra i quali la percentuale di opposizione è più alta rispetto ai 30-40enni, e occorre lavorare specie sui neo-maggiorenni) e gli over 60, tra i quali è frequente la convinzione che la donazione sia impossibile per ragioni anagrafiche. In proposito però il recente trapianto di fegato realizzato in Toscana grazie alla donazione di una donna di quasi 101 anni (la più longeva di sempre a livello mondiale) dimostra che non è certo il fattore età un ostacolo alla donazione.
"Bisogna promuovere di più la cultura della donazione", ha insistito il ministro della Salute alla presentazione del report del Centro nazionale trapianti (Cnt), annunciando che la giornata nazionale della donazione di organi si terrà domenica 16 aprile e partirà la campagna annuale di comunicazione.