Parma, 8 febbraio 2024 – "L’Appennino Emiliano-Romagnolo si sta muovendo verso nord-est, è questa la ragione dello sciame sismico in provincia di Parma”. Il presidente dell’ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, Paride Antolini prova a fare il punto, dopo le numerose scosse di terremoto che da ieri mattina stanno interessando il Parmense.
AGGIORNAMENTO Incubo terremoto a Parma, la mappa della pericolosità sismica in Emilia Romagna
Uno sciame sismico importante, Antolini?
“Ci sono state una settantina di scosse, tutte nella stessa zona, tra Langhirano, Calestano e Frassinoro. Ma solo 7 con magnitudo maggiore di tre, e ad una profondità prevalente di 20 km. Solo queste quindi presumibilmente avvertite dalla popolazione”.
Ma sono anche molto ravvicinate: ieri sera sette in meno di mezzora (tra le 22,45 e le 23,15). E questa mattina mattina ce ne sono state molte altre...
"Tutti questi eventi sismici si posizionano intorno ad una faglia conosciuta: la faglia del Monte Bosso. Si tratta di una faglia inversa, legata a un movimento dell’Appennino verso nord-est”.
Quindi l’Appennino emiliano romagnolo è ‘mobile’?
"Sì, si muove ogni anno di circa 1-2 millimentri. E ciò è dovuto ad uno scollamento delle strutture tettoniche in profondità”
Ci dobbiamo preoccupare?
"Come sappiamo è impossibile prevedere i terremoti. Non sappiamo mai se un determinato sciame sismico possa sfociare in un evento più importante”
E allora che cosa possiamo fare?
"Quello che possiamo e dobbiamo fare è lavorare sulla prevenzione, cioè sulla costruzione e l’adeguamento delle strutture antisismiche”
A che punto è l’Emilia Romagna in merito alla prevenzione?
"Con i fondi del Pnrr sono stati fatti grossi passi in avanti nell’adeguare le strutture più sensibili, come le scuole e non solo. Ma il lavoro da fare è ancora tanto, tanto, tanto. Molte costruzioni non sono sismicamente consone”.
Quanto tempo ci vorrebbe per la messa in sicurezza e l'adeguamento degli edifici?
"Decenni, una generazione non basta”.