GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Stagione del tartufo 2023 al via, ecco dove trovare i migliori

L'esperto Giuseppe Cristini svela i segreti del clima e della raccolta di quest'anno: “Ecco dove sarà il più bello d’Italia”

Stagione del tartufo al via, l'esperto Giuseppe Cristini svela i segreti della raccolta di quest'anno

Stagione del tartufo al via, l'esperto Giuseppe Cristini svela i segreti della raccolta di quest'anno

Pesaro, 23 settembre 2023 - “Il tartufo bianco più bello d'Italia quest'anno sarà sui Sibillini” a dirlo, poco prima dell’apertura della stagione di cavatura, che sarà domani 24 settembre, è Giuseppe Cristini, esperto del tubero, gastronomo, scrittore e direttore dell’Accademia del Tartufo nel Mondo.

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Tartufo: nel sud delle Marche il terreno sarà il migliore

“Sarà un'annata prolifica per il bianco pregiato – spiega Cristini – perché le pepite inizieranno ad essere perfette dalla metà di ottobre, con dei picchi altissimi verso Natale e Capodanno. I millimetri di pioggia caduti a maggio, giugno e luglio, supportati dalle brevi piogge estive e da alcune grandinate, hanno fornito al sottosuolo un serbatoio di umidità che ritroveremo utile nella fioritura dei tartufi. Ma è sempre il terroir che decide, e sicuramente quest'anno nelle Marche e in particolare nella zona dei Sibillini farà la differenza perché è li che i parametri che vegetano il tartufo si sono esaltati, tali da farci capire l'andamento della stagione tartufigena”.  

I fattori che influenzano la raccolta dei tartufi

Prosegue Cristini: “Quest'anno avremo sicuramente soddisfazioni particolari, ma non saremo ai livelli delle storiche annate 2014 e 2019, che sono state eccezionali. Avremo comunque un grande livello di profumi e di sensorialità dei tartufi, ma anche pepite di grande caratura, che potranno stupirci con colpi di coda positivi anche verso Natale e i primi di gennaio. Se come appare dai dati meteorologici El Nino, con le sue correnti e temperature, ci ha riportato nella giusta rotta e nella giusta dimensione, anche il prossimo anno e quello successivo credo che avremo una forte presenza del tuber magnatum come ai vecchi tempi”.

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L’opinione dei vecchi cavatori

“Vari maestri del tartufo – dice Cristini, autore anche del primo Dizionario del Tartufo – i cavatori e ‘Custodi del bosco’ che ho interpellato in giro per l'Italia manifestano un deciso ottimismo supportato dai dati scientifici. In particolare il Maestro del tartufo Pino Crestini di Sestino, che ha un po' in mano i dati dell'andamento stagionale climatico e i parametri del tartufo, ci ha sussurrato il suo ottimismo. La pioggia, l'umidità del terreno, il sole, il terroir sono dati salienti, ma anche la luna, nella tradizione dei cavatori è importante, con variazioni tra luna crescente e la luna calante. Infine il vento ha un ruolo particolare: se durante l'estate il vento caldo è deleterio e nocivo e può asciugare precocemente il terreno togliendo quella umidità utile alla formazione del tartufo; il venticello invernale invece incanala quell’alito garbato che fa arrivare all'olfatto del cane il profumo quando cerca la preziosa pepita”. Insomma, se ci saranno adeguate piogge con cadenza all’incirca quindicinale seguite dal sole, tutto il contesto si esprimerà con una maturazione ideale del micelio, rendendo la stagione 2023 ottima. Il tartufo si troverà soprattutto ai piedi del nocciolo e del salice nel nord Italia, ma per il centrosud occorre cercare accanto alla roverella, che è la pianta per eccellenza da prediligere.