Bologna, 5 gennaio 2022 - “Così come per tutte le categorie e fasce d’età che non potevano vaccinarsi, in Emilia-Romagna per i bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni i tamponi rapidi erano gratuiti, con il costo sostenuto per intero dalla Regione. Ora che anche loro possono vaccinarsi, dal primo gennaio questa esenzione è venuta meno e il costo è di 15 euro, lo stesso prezzo applicato in altre regioni, in alcune anche superiore. La gratuita è invece confermata nel caso i bambini e i ragazzi vengano inseriti in screening regionali riguardanti, per esempio, la popolazione scolastica o determinate situazioni legate sempre alla scuola”.
Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, risponde alla Lega che chiedeva spiegazioni sul costo dei tamponi rapidi per gli under 12.
"Pare che prima fossero gratuiti - attacca il deputato forlivese della Lega, Jacopo Morrone - vorremmo quindi capire i motivi di questa costosa, per l'utente, inversione di rotta". Che non piace nemmeno alla capogruppo di Forza Italia in Regione Valentina Castaldini. "Nella delibera che hanno rinnovato fino a marzo si sono dimenticati di rinnovare la gratuità dei tamponi di screening" nelle farmacie "per la fascia 0-12. È una svista a mio avviso grave e soprattutto in questo momento così delicato in cui la nuova variante ci racconta che il contagio dilaga tra i più piccoli e li colpisce".
“Vi sono territori amministrati dalla Lega dove il costo dei tamponi può arrivare a 22 euro come costo massimo - attacca Donini-, quando in Emilia-Romagna era garantita la gratuità fino a che questa fascia d’età non poteva essere vaccinata. Detto questo, dal momento che resta in vigore il prezzo calmierato per la fascia 12-18 anni, per la quale il tampone rapido in farmacia costa 8 euro e non 15, con la differenza di 7 euro pagata dalla Regione e rimborsata dalla gestione commissariale nazionale, come Regione stiamo chiedendo al Governo di allargare questa riduzione a 8 euro anche a chi ha meno di 12 anni. Questo, nell’ambito della richiesta più generale, avanzata da tutte le Regioni, al di là del colore politico, di riconoscimento di tutte le spese sostenute per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia”.
“Tali costi, infatti, non possono né andare ad aumentare i disavanzi nei conti sanitari causati dalle spese giustamente sostenute per far fronte alla pandemia, né essere scaricati sui cittadini. Nel frattempo- chiude Donini-, non si ferma l’azione di cura di tutte le persone e di contrasto al virus, a partire dall’estensione della campagna vaccinale, con l’anticipazione da oggi della terza dose (booster) per chi abbia completato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi, e non più da cinque”.
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