Forlì, 13 maggio 2024 – Dai social network alla campagna elettorale: esplode il caso del monumento dedicato all’alluvione, che paradossalmente non è ancora stato svelato (letteralmente). L’opera realizzata dallo scultore forlivese Ido Erani è infatti coperta, in attesa dell’inaugurazione che sarà giovedì alle 17, nel giorno dell’anniversario. È tuttavia trapelata un’immagine durante l’installazione (diffusa dall’ex senatore dei Verdi Sauro Turroni), con relative critiche.
Anche il comitato unitario ‘Vittime del Fango’ non gradisce l’iniziativa (il Comune è il committente dell’opera): "La scelta di un ‘monumento’ all’alluvione, con relativa cerimonia inaugurale, lascia perplessi per motivazione, collocazione e opportunità – recita una nota firmata dalla presidente Alessandra Bucchi e dal direttivo –. Durante questo terribile anno, se si esclude una cerimonia religiosa, chi dovrebbe rappresentare l’unità cittadina non ha mai varcato il ponte-simbolo del disastro".
Per gli alluvionati, "i mesi alle nostre spalle non si cancellano quindi con un’installazione o il taglio di un nastro. Non è questo il modo per lenire ferite aperte nella memoria indelebile delle persone". Il comitato è stato invitato all’inaugurazione, ma ritiene l’opera un "simbolo dalle basi così fragili, pretesto per facili enfatizzazioni". I volontari omaggiati nell’effigie sono stati un anno fa "ostacolati nel loro prodigarsi".
Non manca un riferimento polemico a una frase pronunciata sabato dal sindaco durante un appuntamento elettorale: "Sono stato il comandante in capo, non serviva che andassi a farmi fotografare con le scarpe sporche di fango". Per il comitato, "un capo sta rintanato nel palazzo, un comandante sta sul campo".
Nelle ore precedenti alla nota delle Vittime del Fango era intervenuto Massimiliano Pompignoli, consigliere della Lega, per stigmatizzare gli attacchi al monumento da "esponenti della sinistra che usano parole d’odio". Cita messaggi sui social network in cui si parla di "ferrovecchio", "indecente schifezza", fino all’appello ai forlivesi a rimuovere l’opera. Per il leghista sono "strumentali divisioni" e "sciacallaggio" contro "un monumento che non dovrebbe dividere". Infatti, "intende rappresentare lo spirito di solidarietà dimostrato durante quei drammatici giorni dalle migliaia di volontari accorsi da tutta Italia, la forza di una comunità che ha saputo e voluto rimettersi in piedi e il ricordo delle tre vittime, gli sfollati e i milioni di danni a famiglie e patrimonio pubblico". Di fronte a tutto questo, per Pompignoli l’atteggiamento giusto sarebbe il "giusto apprezzamento per un monumento che sintetizza il ricordo di una tragedia, al di là del bello o del brutto. C’è un messaggio dietro la scultura, ed è quello la sola cosa che conta".