Forlì, 16 maggio 2024 – Si è tenuta oggi alle 17 l’inaugurazione del monumento dedicato agli ‘angeli del fango’, svelato nel giorno esatto dell’anniversario dell’alluvione.
“Oggi sembra quasi di tornare a quel giorno terribile, la peggior giornata nella storia della città, che ha lasciato segni indelebili e travolto persone e famiglie, oltre a quella serenità che ci caratterizzava – le parole del sindaco Gian Luca Zattini – . Ma bisogna anche ricordare il bello di quei momenti, soprattutto la solidarietà infinita e la voglia di reagire dei forlivesi che hanno saputo superare la tragedia e mettersi a servizio della ripresa”. Non è mancato un riferimento anche alle molte discussioni che, nelle ultime ore, hanno riguardato proprio il monumento realizzato dall’artista forlivese Ido Erani, dal cesenate Luciano Navacchia e dalla ditta Arlam: “Dobbiamo mantenere lo spirito di comunità ed evitare le divisioni che sono la peggior cosa. Io accetto le critiche che arrivano dalle persone che hanno subito dei danni, ma mi addolorano le polemiche con carattere istituzionale: il percorso che ha portato a questa opera è stato condiviso con i territori ed è frutto di un ragionamento comune”.
Le scuse
Zattini, poi, proprio come fece lo scorso anno, ha usato parole di scusa: “Scusatemi per quello che non ho fatto al meglio, ma davvero ci ho messo tutta la mia capacità. Ho vissuto un anno che mi ha piegato e piagato, ma non mi sono arreso e ho tenuto la barra dritta. Nei momenti difficili si vede la tempra: siamo e siete una grande città”.
Il flash mob
Appena conclusa la manifestazione, terminata con l’esibizione di Moreno il Biondo e Danilo Rossi che hanno eseguito una loro versione di Romagna mia, di fronte alla scultura appena inaugurata ha preso vita un flash mob composto da alcuni giovani volontari che hanno srotolato un lenzuolo con su scritto Prima le persone. Una di loro era Rita, una delle due volontarie ritratte nella ormai celebre foto di Silvia Camporesi diventata simbolo dell’alluvione e presa come modello per realizzare la scultura. “Questa non vuole essere una protesta, ma solo un modo per dire la nostra – hanno sottolineato i ragazzi –. Pensiamo che questo non fosse il momento adatto per pensare a una scultura, ma che sia ancora l’ora della solidarietà verso chi ha bisogno. Noi volontari abbiamo fatto sicuramente un gesto bello e siamo contenti che venga riconosciuto, ma si sarebbero potuti trovare altri modi e aspettare tempi diversi”.