Faenza (Ravenna), 1 maggio 2024 – Su una barchetta ci sono tre agenti della polizia provinciale: gli ispettori Sebastiani e Panzavolta e l’assistente Rivani. Attorno a loro il caos delle ore più dure nella città più colpita dall’alluvione: Faenza, in provincia di Ravenna. Dovrebbe essere il quartiere residenziale di via Lapi, con le case indipendenti col giardino che si affacciano sulle mura storiche, ma nella notte tra il 16 e il 17 maggio 2023 è una trappola mortale, un letto che il Lamone si è preso e in cui ha riversato sei metri d’acqua, fino al soffitto del terzo piano. "Non siamo formati per salvare le persone – dice la comandante della polizia provinciale di Ravenna, Lorenza Mazzotti –. I nostri operatori hanno rischiato la vita, ma se non lo avessero fatto sarebbero morti in tanti".

Come è iniziata la notte?
"Alle 22 del 16 maggio il prefetto ci chiede di andare a Faenza perché c’è un’alluvione di proporzioni gigantesche. Solo noi potevamo intervenire in barca".
Solo voi?
"Abbiamo una piccola barca in vetroresina che usiamo per i controlli contro il bracconaggio in valle, con motore adeguato. C’era da opporsi a corrente e tronchi: il gommone dei vigili del fuoco era poco potente, la barca della Capitaneria grande per infilarsi tra le strade".
I tre agenti arrivano a Faenza. Cosa trovano?
"Si sono cambiati in Comune al buio, con le torce: era andata via la luce. Hanno portato in salvo decine di persone che sarebbero morte, entrando nelle case dalle finestre. Intanto abbiamo messo insieme un’altra squadra, con i commissari Chiarini e Bondi e l’agente Vernocchi e una barca più piccola".
Scene da apocalisse
"In una casa c’erano due anziani infreddoliti in piedi sul frigo. In un’altra famiglia un’anziana disabile non riusciva a passare dal lucernario sul tetto, è stata imbragata mentre i suoi parenti sono stati fatti immergere per passare sotto alla porta sommersa. E poi un uomo attaccato a una ringhiera diceva ’io posso ancora resistere, andate più avanti che ci sono due anziani’".
Quante persone hanno salvato gli agenti in quelle ore?
"Ben 122, diverse delle quali poi portate in ospedale per ipotermia. E con loro cani e gatti".
Quante ore di lavoro?
"I primi tre quasi 30, ininterrottamente. Ore in cui non mangi, non vai in bagno, non fai niente. Ti manda avanti l’adrenalina".
Non eravate formati, ma avete fatto tantissimo
"Ha contato la preparazione su come usare la barca, come nuotare con le idrotute. Formazione che noi avevamo fatto per il contrasto al bracconaggio".