Bologna, 20 febbraio 2024 – Dati dello smog alle stelle nel cuore della Pianura padana: in Emilia sono stati registrati livelli di particolato pm10 (che comprende anche polveri pm2.5) oltre il doppio della soglia giornaliera indicata per legge che è di 50 microgrammi per metro cubo. Per 10 giorni su 14 questo limite è stato di gran lunga superato nel Piacentino, con un picco di 119 (ieri), e nel Modenese, con un massimo di 111 (sabato).
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Smog, nuovi limiti di velocità in autostrada
Invece, in Emilia Romagna, la nuova norma sui limiti ridotti in autostrada nei giorni di allerta smog entrerà in vigore ad aprile. La norma, introdotta dal decreto Salva-infrazioni approvato dal Governo Meloni, riduce appunto i limiti di velocità nei tratti urbani delle autostrade nei giorni di allerta smog, una volta superati i 25 giorni di sforamento dei valori soglia delle polveri sottili in aria. Si tratta di una misura che recepisce una direttiva europea e che tutte le Regioni del Bacino Padano (quindi anche Lombardia, Veneto e Piemonte, oltre all'Emilia- Romagna) sono obbligate a inserire nei nuovi Piani della qualità dell'aria, mano a mano che vengono approvati. L'Emilia- Romagna ha dato il via libera al proprio Pair 2030 lo scorso 30 gennaio, prevedendo già al suo interno proprio questa nuova norma. Il piano diventa operativo dopo 90 giorni dalla sua approvazione, dunque la misura sarà in vigore da aprile, a meno di qualche slittamento.
Come tutelare la salute
A fare le spese dell’esposizione allo smog, oltre all’ambiente, è anche la salute dei cittadini. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle malattie delle vie aeree e dei polmoni, infatti, sono ben documentati, come riportato ad esempio dalla World Allergy Organization e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per al quale i cambiamenti climatici, legati anche al progressivo riscaldamento del pianeta, avranno effetti rilevanti sulla salute e creeranno problemi sanitari da affrontare nei prossimi decenni.
Anche per questo è importante sapere come muoversi per salvaguardare la propria salute e quella dei familiari più fragili. Ecco un decalogo su cosa conviene fare – e soprattutto non fare – per tutelarsi nei giorni di allerta, cioè quando il livello di Pm10 e di Pm2,50 nell’aria superano la media giornaliera stabilita dalla legge.
1) Valorizzare lo smart working
Le aziende, nei giorni di maggiore picco, possono cercare di potenziare lo smart working. Scelta che è stata fatta in grandi megalopoli inquinatissime, come Bangkok in Thailandia, ma che può essere utile anche nella Pianura Padana. Uno studio condotto da ENEA su Roma, Torino, Bologna e Trento ha rivelato infatti che lo smart working consente di evitare circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all'anno per lavoratore, con una diminuzione del 40%. In Italia, dove la motorizzazione è alta (666 auto ogni 1000 abitanti), il trasporto su gomma contribuisce significativamente alle emissioni totali di gas serra (25%), con le automobili responsabili del 70%.
2) Preferire i mezzi pubblici
Può aiutare anche limitare l’accesso delle auto private a favore dei mezzi pubblici. Dai dati raccolti dall’Ispra nel 2020, infatti, l'intero settore trasporti è responsabile del 37,3% delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) in Italia. Le sole auto contribuiscono annualmente per il 19,06% agli ossidi di azoto emessi in totale dai vari settori di attività in Italia. Più basso, ma sempre significativo al 9,51%, è poi il contributo fornito dalle automobili alle emissioni totali di monossido di carbonio (CO).
3) Sport al mattino presto o in palestra
La concentrazione di sostanze inquinanti nell’atmosfera tende ad aumentare nel corso della giornata, quindi è meglio fare esercizio all’aperto al mattino presto. Se si decide, ad esempio, di correre al parco è utile minimizzare l’esposizione, adeguando tempo e intensità dell’esercizio alla qualità dell’aria. È meglio scegliere percorsi in aree verdi della città, evitando i punti più vicini a strade e autostrade. Quando poi l’allerta smog diventa più urgente, è opportuno praticare sport al chiuso, in palestra o a casa.
4) Mascherine: quali utilizzare
Le mascherine offrono effettivamente protezione contro gli agenti inquinanti, soprattutto per chi si muove in bicicletta o ha appena praticato sport intenso e di conseguenza incanalerebbe più aria inquinata. Questo accorgimento però non vale per tutte le mascherine! Le più utili sono le mascherine che riportano la sigla EN149. Possono avere tre tipi di filtri – FFP1, FFP2 e FFP3 – che conferiscono una protezione crescente. Le mascherine semirigide di carta, di solito usate contro la polvere, e quelle chirurgiche, invece, non riparano dalle Pm10. Sono quindi praticamente inutili.
5) Soggetti fragili
Chi ha allergie o patologie polmonari e respiratorie dev’essere ancora più attento. Quando gli inquinanti superano la soglia di guardia è meglio evitare del tutto l’esercizio fisico o le attività che richiedono sforzo all’aria aperta e cercare di ridurre il tempo trascorso fuori casa. È consigliato aprire anche meno le finestre di casa, evitare il contatto diretto con polveri, pollini, animali che possono provocare allergie e aggravare i sintomi legati all’inquinamento atmosferico. Chi soffre di una malattia respiratoria e nota un peggioramento nell’intensità o nella durata dei sintomi dovrebbe consultare il proprio medico curante.
6) Come tutelare i bambini
“Per tutelare la salute dei bambini, possiamo tenerli – nelle ore di massima circolazione di auto e altri mezzi – negli ambienti chiusi e arieggiare casa prevalentemente nella ore serali o notturne”, dice il professor Marcello Lanari, Direttore della Pediatria dell’Ircss Policlinico Sant’Orsola di Bologna. “In quelle ore – aggiunge – cala sia il Pm10 e il Pm2.5, ancora più pericoloso perché supera la barriera polmonare e può entrare anche in circolo, provocando danni anche a distanza di tempo”.
7) Meglio parchi o aree verdi lontani dal traffico
I genitori, quindi, nei giorni di picco dell’inquinamento, dovrebbero cercare di limitare le ore di gioco dei loro figli al parco sotto casa. “Il parco – spiega il professor Lanari – è un buon posto se non ha tanto traffico attorno, ma in città è difficile garantirlo. Se un genitore ha un po’ di tempo disponibile, andare sui colli o in campagna è la soluzione migliore”. La correlazione tra le malattie respiratorie e i bambini, infatti, è dimostrata scientificamente. “Abbiamo condotto uno studio per 8 anni reclutando quasi 3mila bambini con bronchiolite, patologia di cui spesso si sente parlare – spiega il professor Lanari – e spesso correlata nei periodi nei quali l’inquinamento atmosferico è particolarmente elevato”.
8) Eliminare altri inquinanti domestici
Alle polveri sottili spesso si sommano fumi e inquinamento legati a sigarette, detergenti chimici aggressivi, acari e fumi di cottura. Per evitarlo si può purificare l’aria indoor, con apparecchi che lo permettono, e si può cercare di ridurre al minimo la produzione e la conseguente inalazione di questi fattori inquinanti domestici. Anche in questo caso è consigliabile arieggiare gli ambienti domestici, preferendo però gli orari meno trafficati (ad esempio la fascia notturna).
9) Abbassare la temperatura dei termosifoni nelle case
I termostati dei nostri sistemi di riscaldamento consentono di regolare la temperatura delle abitazioni a 19-20 gradi, sufficienti per il nostro benessere. Riducendo il consumo di energia, si contribuisce a migliorare la qualità dell’aria. È importante anche cambiare regolarmente i filtri del condizionatore e del purificatore d’aria.
10) Consultare le app di rilevazione
Anche la tecnologia ci può venire in aiuto. Le principali app sono IQAir, per iOS e Android, che oltre a mostrare i livelli di AQI riesce anche a dare consigli per prevenire patologie respiratorie, Air Metters su iPhone e Android, che indica il livello di inquinamento dell’aria e i dati sulle polveri sottili e sui pollini, con le conseguenze per i soggetti allergici, Plume Labs, che condivide mappe complete con i punti caldi dell’inquinamento. Utile è anche Obsairve.eu, il portale dell’Unione Europea dedicato ai livelli di inquinamento dell’aria e di emissioni di Co2.
Arpae: “E’ come avere una coperta di lana sulla testa”
"Viviamo una condizione particolarmente 'sfortunata’ dal punto di vista del meteo che non ci sta lasciando scampo e che purtroppo sta condizionando enormemente” l'andamento dei picchi di inquinanti, perché sta producendo “uno schiacciamento verso il basso” di tutte le particelle: “è come avere una coperta di lana sulla testa” che fa ristagnare l'aria rendendola più viziata ogni giorno che passa. Usa questa metafora Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell'aria di Arpae, l'Agenzia per l'ambiente dell' Emilia-Romagna, analizzando le condizioni che stanno determinando la cappa di smog che soffoca la regione e in generale l'area della Pianura Padana.