Roma, 4 luglio 2022 - Ci sono anche Emilia Romagna e Veneto tra le prime cinque Regioni per cui in serata il Cdm ha decretato lo stato di emergenza, assieme a Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il Consiglio dei ministri ha quindi dato il via libera sullo stato di emergenza legato alla siccità "in atto nei territori delle Regioni e delle Province Autonome ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nonché per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto".
Trentasei milioni e mezzo da destinare a 5 regioni piegate dalla 'grande sete': 10,9 milioni andranno all' Emilia Romagna, 4,2 milioni al Friuli Venezia Giulia, 9 milioni alla Lombardia, 7,6 milioni al Piemonte e 4,8 milioni al Veneto. Con ormai settimane di caldo record, l'agricoltura al collasso e i fiumi a secco, il governo ha dunque dato il via libera allo stato di emergenza, in vista di un decreto ad hoc con la nomina di un commissario straordinario e l'avvio delle prime procedure per contrastare la siccità in Italia.
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Bonaccini: "Grazie al Governo per il primo stanziamento di fondi"
"Ringrazio il Governo e il presidente Draghi per l'accoglimento e il varo dello stato di emergenza per l'Emilia-Romagna che avevamo richiesto, con subito lo stanziamento dei primi 10,9 milioni di euro per gli interventi più urgenti contro la grave siccità che stiamo vivendo. Un ottimo segnale - spiega in un comunicato il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini - di attenzione in tempi brevi al quale, sono certo, seguirà successivamente lo stanziamento degli altri fondi necessari. Serve l'impegno del Paese, anche per un piano nazionale e misure strutturali, e l'Emilia-Romagna è pronta a fare come sempre la sua parte".
"Auspico che venga dichiarato lo stato di emergenza" per la siccità, come chiesto da diverse Regioni italiane. Un auspicio, quello fatto del presidente dell'Emilia Romagna nel pomeriggio che in serata si è trasformato in realtà. "Noi siamo stati la prima Regione a chiederlo e abbiamo chiesto anche una dotazione di risorse di 38 milioni di euro" per varie azioni di sostegno ai territori.
Con il via libera allo stato d'emergenza da parte del Governo, sottolinea Bonaccini, "conseguentemente ci sarebbe anche l'assegnazione delle risorse". Oltre a questo, ci ha tenuto a precisare il governatore, "abbiamo chiesto anche un piano straordinario per l'area del Bacino del Po e per tutto il Paese. Serve un piano di manutenzione robusto, perché molte infrastrutture hanno perdite e sprecano acqua", ha affermato Bonaccini.
"Proseguiamo negli investimenti sugli invasi"
"Sull'idropotabilità non ci sono in questo momento problemi drammatici, è evidente che si invita a fare un uso consapevole e intelligente della risorsa idrica. Noi - ha aggiunto Bonaccini - proseguiamo negli investimenti previsti dal Piano nazionale sugli invasi: abbiamo bisogno, nei prossimi anni, di completare questo lavoro per realizzare centinaia di invasi. Le risorse tutto sommato ci sono, va accelerato e velocizzato un lavoro nel territorio che permetta di avere, in futuro, opportunità".
Il governatore: "Necessario accelerare sulla transizione ecologica"
Per Bonaccini "bisogna accelerare, a livello globale e italiano, sulla transizione ecologica: questi fatti di calamità naturale avvengono per il surriscaldamento del globo che avviene per l'inquinamento atmosferico. Gli impegni che abbiamo preso anche con il Patto per il lavoro e per il clima, oltre agli obiettivi dell'agenda Onu, vanno proprio nella direzione di ridurre l'inquinamento atmosferico, proprio perché in questi ultimi decenni si sono accelerati fenomeni atmosferici, da alluvioni a siccità".
Le richieste economiche
"Prendendo in considerazione le proposte di intervento arrivate anche nelle ultime ore - aveva detto Bonaccini nel pomeriggio -, sale a 36 milioni e 700.000 euro la stima delle risorse necessarie per fronteggiare le criticità: una cifra comprensiva degli interventi più urgenti da mettere in campo con immediatezza e delle opere da attuare nel medio termine". Dalla ricognizione effettuata nei giorni scorsi, è emerso dunque un fabbisogno di oltre 36,7 milioni di euro per rispondere alle criticità, comprese le proposte di intervento formulate nelle ultime ore da consorzi di Bonifica, Comuni e servizi tecnici regionali. Le opere più urgenti e le misure di assistenza alla popolazione, per quanto riguarda l'idropotabile, ammontano a 11 milioni, con più di 4,2 milioni già in corso o di prossimo avvio tra fornitura di acqua con autobotti, scavo di pozzi, posa di nuove condotte e di sistemi di pompaggio.
Altri 2,7 milioni riguardano l'irriguo e, per oltre un milione, fanno riferimento a progetti già in atto o in partenza: impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi della sezione di presa degli impianti, per fare qualche esempio. Va aggiunta poi una quota di quasi 23 milioni di euro - la maggior parte (16 milioni e mezzo) sull'idropotabile - per interventi di riduzione del rischio residuo, da attuare nel medio termine e dunque non finanziabili con la prima fase dello stato di emergenza.
Lo scorso 21 giugno Bonaccini aveva dichiarato lo stato di crisi regionale per la criticità idrica sull'intero territorio emiliano-romagnolo disponendo che gli enti competenti attuassero gli interventi "necessari a contenere e ridurre le conseguenze della crisi in atto, compresa l'attivazione, ove possibile, di fonti alternative di approvvigionamento idrico".