ANGELA CARUSONE
Cronaca

Shock anafilattico, cosa fare nell’emergenza: "Subito gli antistaminici"

Il medico: compressa di cortisone sotto la lingua se la persona è già priva di sensi. "Bisogna anche applicare del ghiaccio per evitare che il veleno si diffonda"

Stefania de Notariis, specialista di medicina d’urgenza al Sant’Orsola di Bologna. A destra, tre tipi di insetti: ape, calabrone e ragno violino

Stefania de Notariis, specialista di medicina d’urgenza al Sant’Orsola di Bologna. A destra, tre tipi di insetti: ape, calabrone e ragno violino

Bologna, 18 luglio 2024 – Lo shock anafilattico è una reazione allergica che, se non trattata in tempo, può avere conseguenze gravi e in alcuni casi letali. Per capire cosa fare e come affrontare potenziali situazioni di pericolo abbiamo parlato con Stefania de Notariis, medico di medicina di urgenza in servizio al pronto soccorso del Sant’Orsola di Bologna.

Dottoressa de Notariis, che cos’è uno shock anafilattico?

"È una grave reazione allergica che si verifica in persone predisposte e che sono state almeno una volta già in contatto con l’allergene che lo provoca. È bene sottolineare che lo shock anafilattico avviene in casi rari, perché la popolazione predisposta è una bassa percentuale. Sono persone che hanno particolare sensibilità a determinati allergeni e sviluppano una grave reazione alla sostanza che crea la reazione allergica".

Che cosa può provocarlo?

"In particolare le punture di insetti, come api, vespe e calabroni. Questi sono i principali responsabili, ma può essere scatenato anche da alimenti come frutta secca, crostacei, uova, soia o dal lattice. Diciamo però che alcune specie di imenotteri causano la maggior parte delle reazioni per il tipo di veleno che inoculano attraverso la puntura, attivando così il sistema immunitario e una serie di reazioni a catena che possono scatenare reazioni allergiche".

Entro quanto tempo si manifesta lo shock anafilattico dopo una puntura?

"Entro quindici minuti dalla puntura dell’insetto, al massimo si può arrivare a un’ora. Dopo è improbabile che si verifichi uno shock anafilattico, al massimo una reazione allergica grave. Durante uno shock anafilattico sono coinvolti più apparati, in particolare il sistema respiratorio e cardiocircolatorio, con conseguente difficoltà respiratoria, calo della pressione fino alla perdita di coscienza".

Cosa fare in attesa di soccorsi?

"Se si hanno cortisonici o antistaminici, bisogna somministrarli subito alla persona che è stata punta, se ancora cosciente. Se non lo fosse, provare a mettere sotto la lingua una compressa di cortisone. Fare sdraiare il soggetto, sollevare le gambe e mettere del ghiaccio sulla sede della puntura per evitare che il veleno si diffonda".

Nel periodo estivo si è più a rischio?

"Sì, ma soltanto perché si è maggiormente scoperti e si rischiano più punture in più punti".

Quali precauzioni si possono adottare?

"Se una persona ha particolari reazioni allergiche, è bene discuterne con un medico allergologo che, se necessario, la sottoporrà a specifici test per capire se necessita di un kit di emergenza da portare sempre dietro. Questo perché il ‘fai da te’ è sempre pericoloso. In mezzo alla natura bisogna evitare abbigliamento scuro e colori vivaci, non camminare scalzi e se si ha del cibo, coprirlo sempre. In auto bisogna viaggiare con i finestrini chiusi e adottare sempre zanzariere in casa. Sono consigli basici, ma possono evitare situazioni drammatiche".

Angela Carusone