Bologna, 16 ottobre 2021 - Nella guerra allo scoiattolo grigio nordamericano, vero 'Attila' dei roditori che crea danni a boschi, colture e allo scoiattolo rosso europeo, l'Emilia Romagna sembra scegliere oggi una strategia più morbida. Dopo le dure critiche delle associazioni ambientaliste e anche della politica - con in testa il Movimento 5 Stelle e la Lega - riguardo alla delibera che prevedeva la cattura e l'uccisione con anidride carbonica degli scoiattolini, la Regione ha varato un piano meno cruento, che esclude la soppressione dei roditori. Nel frattempo nel Piacentino è stato avvistato un esemplare, che potrebbe fare da apripista alla temuta invasione.
Fototrappole, non soppressioni
Il piano, viene spiegato, prevede un sistema di monitoraggio concentrato nei territori al confine con le province di Lodi, Cremona e Rovigo dove saranno installate foto-trappole per rilevare l'eventuale presenza di altri scoiattoli grigi e catturarli. In questo modo, grazie alla disponibilità avanzata dalla Lav-Lega Anti Vivisezione nazionale e dal Centro di Recupero Fauna Selvatica 'Il Pettirosso' di Modena (che si sono detti pronti ad ospitare gli scoiattoli catturati) saranno evitate soppressioni dei piccoli roditori.
Perché si teme lo scoiattoli grigio
La specie dello scoiattolo grigio è considerata tra le cento più invasive e la sua presenza è già stata segnalata in Piemonte, Liguria e Lombardia e ora, in Emilia-Romagna. La Lav nazionale e il centro 'Il Pettirosso', ieri hanno inviato richiesta alla Regione Emilia-Romagna per il riconoscimento dell'idoneità delle proprie strutture alla collocazione degli esemplari catturati e, viene evidenziato in una nota "viale Aldo Moro si è subito mobilitata per iniziare ad acquisire i necessari pareri del ministero dell'Ambiente e di Ispra e procedere così alla successiva eventuale autorizzazione".