Bologna, 9 giugno 2020 - Più tamponi per tutti, passando dal potenziale di 10mila al giorno attuale ai 15mila da eseguire quotidianamente entro settembre. Poi, finanziare la ricerca scientifica anti-Coronavirus e sostenere la medicina territoriale implementando anche le cure a domicilio ("vorremmo che la casa fosse il primo luogo dell’assistenza al paziente, anche nel futuro") e, intanto, riprendere le prestazioni sanitarie interrotte dall’emergenza sanitaria entro settembre, in ordine "di gravità e situazione clinica" del richiedente.
E c’è anche l’investimento di un miliardo di euro in 5 anni nel sistema sanitario regionale per destinarlo anche alla costruzione di ospedali nuovi, "i primi a nascere dopo la pandemia" (come quelli di Piacenza, Carpi e Cesena), tra i progetti della Regione Emilia Romagna, annunciati ieri dall’assessore alla Salute Raffaele Donini.
"Abbiamo presentato il piano di investimenti – afferma –. Avremo ospedali nuovi di zecca: i primi in Italia a essere costruiti dopo l’epidemia da Covid e avranno tutto quel know-how di progettazioni che adesso per noi è indispensabile". E si punterà anche su interventi sulle "case di salute sul territorio e negli interventi di prossimità". Intanto, l’Emilia-Romagna è "la prima regione in Italia per livello di adeguatezza ottimale delle terapie intensive, anche grazie al Covid Intensive Care appena inaugurato. Miriamo a 650 posti letto di terapia intensiva, siamo a buon punto".
L’assessore ha fatto un bilancio dei contagi a una settimana dalla riapertura dei confini e a poco più di un mese dal primo allentamento nelle maglie del lockdown. In regione, sono stati 20 i nuovi casi positivi al Covid-19 annunciati, di cui 15 asintomatici individuati grazie agli screening regionali (cinquemila i tamponi effettuati, tremila invece i test sierologici); restano purtroppo quattro i decessi. Crescono però le guarigioni, 62 in più, per un totale di 21.467: oltre il 76% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia, 14 settimane fa.
"Il passo epidemiologico è sotto lo 0,1 per cento, molto basso – rassicura in parte –. Un trend favorevole, ma non dobbiamo abbassare la guardia: dobbiamo intercettare anche chi non ha sintomi, attraverso le indagini sierologiche e con i 100 laboratori che abbiamo accreditato per fare i test. Continueremo i test anche in estate e quando arriveremo prossimi allo zero, e pure dopo: miriamo a testare il dieci per cento della popolazione". Con un occhio di riguardo a quelli che sono stati i focolai di contagio più violenti: le case di riposo per anziani. "I controlli proseguono, sia con test sierologici agli operatori che vi lavorano, sia con tamponi periodici ai residenti", fa sapere Donini.