FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Rischio zona gialla: quarta ondata Covid, a che punto è in Emilia-Romagna, Marche e Veneto

I dati Covid continuano a salire, ma non c'è per ora il pericolo di un passaggio di colore per le tre regioni. L'incidenza supera la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti. Ancora sotto controllo gli ospedali, ma le terapie intensive marchigiane arrivano al 10%. L'analisi approfondita dell'ultimo monitoraggio

Covid e colori Regioni, tutti i parametri in rialzo in Emilia Romagna, Marche e Veneto

Covid e colori Regioni, tutti i parametri in rialzo in Emilia Romagna, Marche e Veneto

Bologna, 7 novembre 2021 – Si è tornati a parlare di rialzo dei contagi per Covid e della quarta ondata. In effetti, i dati dell’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute segnalano un incremento dell’incidenza settimanale a livello nazionale che ora è al di sopra della soglia di 50 casi settimanali per 100mila abitanti: 51, contro 41 di una settimana fa. L'indice Rt nazionale è salito da 0.96 a 1.15, mentre tutte le Regioni e provincie autonome sono classificate a rischio epidemico moderato. Nessuna presenta più un rischio basso, ma nemmeno alto. La nota positiva è data dalle terapie intensive che rimangono stabili al 4%, mentre i reparti non critici sono al 5%, secondo i dati di Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. 

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Covid e colori Regioni, tutti i parametri in rialzo in Emilia Romagna, Marche e Veneto
Covid e colori Regioni, tutti i parametri in rialzo in Emilia Romagna, Marche e Veneto

I dati Covid di Emilia-Romagna, Marche e Veneto sono tutti in aumento, con incidenze vicine o superiori ai 50 casi ogni 100mila abitanti. Il dato dell'incidenza superiore a 50 può essere uno dei motivi che implicano il passaggio in zona gialla, ma deve essere accompagnato da un'occupazione delle terapie intensive uguale o superiore al 10% e per i reparti covid del 15%. A parte le terapie intensive marchigiane che continuano a essere alte (10%), gli altri dati ospedalieri non sono allarmanti.

Vediamo nel dettaglio tutti i parametri delle tre regioni, prendendo in esame il monitoraggio numero 77 riguardo la settimana dal 25 al 31 ottobre. (Qui l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 76).

Emilia Romagna

L'indice Rt dell'Emilia-Romagna è schizzato a 1,22 (da 0,89), portando la classificazione dello scenario compatibile da 1 a 2. Significa che la diffusione dell'epidemia non è più bassa, ma moderata e può comportare un ulteriore aumento dei contagi, ma anche dell'incidenza. La quale, tra l'altro, ha superato il tetto dei 50 casi, stabilendosi a 57, ma con una leggera diminuzione nella settimana 29 ottobre-4 novembre, ovvero 56.1.

Sono aumentati anche i casi settimanali: 2.534, contro i 2.073 della settimana 18-24 ottobre e i 1.414 dell'11-17 ottobre. Nonostante un leggero aumento dell'occupazione delle terapie intensive, da 3 a 4%, i dati non destano preoccupazione per ora. I reparti non critici rimangono al 4%. La valutazione di impatto sugli ospedali rimane 'bassa', così come rimangono 'moderate' le valutazioni di probabilità di diffusione dell'epidemia e la classificazione complessiva di rischio.

Siamo lontani dai 10/20mila casi dei mesi di febbraio e marzo scorsi che hanno chiuso la regione in zona arancione e poi rossa, ma certamente si dovrà continuare a monitorare la situazione e valutare i comportamenti da tenere per evitare un ulteriore peggioramento della situazione.

Marche

Come abbiamo segnalato anche nel monitoraggio scorso, le terapie intensive sono ancora il dato più allarmante e sono salite dal 9 a 10%. Il 10% è la soglia che implicherebbe la zona gialla, accompagnata da un'incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e i reparti non critici al 15%. Ma nelle Marche l'incidenza è ferma a 45.49, pur in salita rispetto al 40.23 del monitoraggio precedente e con un leggero rialzo a 50.2 nella settimana del 29 ottobre-4 novembre, che però rimane un dato in aggiornamento. I reparti non critici sono passati dal 5 a 6% dell'occupazione.

L'indice Rt è salito da 0,83 a 1,12 e sono in crescita anche i casi settimanali, pur non troppo: 683, contro i 604 della settimana 18-24 ottobre e i 298 dell'11-17 ottobre. Si era registrato nel monitoraggio scorso, infatti, l'aumento più rilevante. Le valutazioni dei parametri, invece, non sono cambiate. Quelle di probabilità di diffusione dell'epidemia e la classificazione complessiva di rischio sono ancora 'moderate'. 'Basso' è l'impatto sugli ospedali.

Ricordiamo che quando le Marche erano in zona rossa a marzo 2021, la media dei casi settimanali oscillava tra i 4mila e i 4.700 e gli ospedali erano occupati tra il 50 e il 60%. Tutta un'altra situazione. La speranza, vista l'attuazione della campagna vaccinale, è di non rivedere dati di tale entità. 

Veneto

L'incidenza in Veneto continua la sua ascesa e arriva a 60.3. Il dato della settimana 29 ottobre-4 novembre arriva addirittura a 75.3. È il parametro più alto della regione, rispetto agli altri, pur in aumento. L'indice Rt è passato da 0,91 a 1,1. Invece, i casi settimanali sono stati 2.926, rispetto ai 2.583 della settimana 18-24 ottobre e i 1.939 dell'11-17 ottobre.

I reparti non critici, invece, sono stabili al 3% e le terapie intensive sono salite di un punto percentuale, arrivando a 4%. Anche in Veneto le valutazioni sono come quelle delle altre due regioni: 'basso' l'impatto sugli ospedali e 'moderate' la probabilità di diffusione dell'epidemia e la classificazione complessiva di rischio.

Il dato che, in maggior modo, può essere più pericoloso per il Veneto è l'incidenza. Quando la regione era in zona arancione a fine febbraio 2021 era circa 151, mentre nel passaggio in zona rossa è salito fino a 251. L'occupazione degli ospedali, rispetto alle altre due regioni, invece, è sempre stata più bassa.