Bologna, 30 gennaio 2022 - Si inizia a parlare di una decrescita della curva pandemica a livello nazionale, ma il Covid sta ancora colpendo molte persone e a parte qualche dato stabile o in diminuzione, non siamo ancora fuori da questa lunga ondata. Da sottolineare però la stabilità di questi giorni che non hanno visto ulteriori cambi di colore in Italia. Indice Rt e incidenza, invece, sono scesi. Il primo sotto l'1, cioè da 1,31 a 0,97, la seconda da 1.691 a 1.661. I reparti non critici sono ancora stabili al 30% dell'occupazione, le terapie intensive vanno un po' meglio e scendono dal 18 al 17%.
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E mentre anche in Emilia Romagna ha fatto il suo ingresso la variante Omicron 2, a breve potrebbe verificarsi una sorta di 'rivoluzione' nei criteri delle zone: mercoledì 2 febbraio, infatti, la conferenza Stato-Regioni dovrebbe portare al superamento del sistema dei colori, lasciando solo la zona rossa. Le Regioni inoltre chiedono di rivedere i parametri dei ricoveri, inserendo nel computo quotidiano i ricoverati per il Covid e non con il Covid (il classico esempio di chi, arrivato in ospedale con una gamba rotta, risulta positivo al tampone ma non ha sintomi).
Zona arancione e rossa: da lunedì nessun cambio di colore
FOCUS BOLLETTINI: Emilia Romagna - Veneto - Marche - Italia
Segnali che parlano chiaro: c'è un rallentamento della pandemia, ma ancora serve tempo perché si vedano i risultati sul territorio. E i numeri comunque sono ancora molto alti. In Emilia-Romagna, Marche e Veneto i parametri salgono tutti, sia i casi settimanali, sia l'incidenza che l'occupazione ospedaliera. La buona notizia è il calo dell'Rt (Marche a parte) che si auspica sia il segnale giusto per la conseguente discesa degli altri dati.
Nell'ultimo monitoraggio dei dati covid del Ministero della Salute, il numero 89 relativo alla settimana dal 17 al 23 gennaio 2022 (qui l'analisi del monitoraggio numero 88), si segnala che le fasce d'età con l'incidenza più alta sono quella 0-9 anni (pari a 3.110 per 100mila abitanti), seguita dalla fascia d’età 10-19 anni (con un’incidenza pari a 2.667 per 100mila abitanti).
Emilia-Romagna
Dopo il calo generalizzato dei dati nel monitoraggio scorso, in quest'ultimo si torna a salire. Segnale evidente che non si deve ancora abbassare la guardia. I casi settimanali negli ultimi tre monitoraggi sono stati rispettivamente 117.122, 114.212 e 121.369 nell'ultimo, con un'incidenza che in una settimana è salita da 2.569,13 a 2.730,12 (mentre l'incidenza in tempo reale, cioè relativa ai giorni 21-27 gennaio sale a 2732,8). I dati ospedalieri inoltre avvicinano la regione alla zona arancione. Per entrarci, oltre a un'incidenza superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti, le terapie intensive devono essere oltre la soglia di occupazione del 20% e i reparti non critici devono superare il 30%. Le prime sono passate dal 16 al 17%, i secondi dal 27 al 29%.
È tornata anche a salire la percentuale dei tamponi positivi al covid sul totale di quelli effettuati: da 44 a 46%. Tuttavia le valutazioni sono migliori e sono tutte basse, tranne l'indice di rischio che è ad alta probabilità di progressione. Solo l'indice Rt che è sceso sotto l'1 (da 1,21 a 0,99) può essere il segnale che la curva in regione stia cominciando a virare e questi dati alti potrebbero essere uno degli ultimi allarmi. Si vedrà, serve ancora tempo.
Marche
Le Marche come la scorsa settimana si sono salvate ancora dalla zona arancione, ma i dati sono tutti in rialzo e non accenna ad abbassarsi nemmeno l'indice Rt, a differenza delle altre due regioni. Anzi sale da 0,92 a 1,44. Inoltre, non si è mai visto un dato così alto dei casi settimanali: 34.660. Dal 10 al 16 gennaio se ne erano registrati 22.168, dal 3 al 9 gennaio 11.877.
L'incidenza arriva a quota 2.308,5 da 1.476,48 del monitoraggio scorso, con un'impennata a 2.644,9 nei giorni più recenti 21-27 gennaio. Male anche gli ospedali. Le terapie intensive passano da 20 a 22%, i reparti non critici da 29 a 30%. Sono pienamente dati da zona arancione. Basta un 1% in più nei reparti covid e il passaggio è ufficiale. Valutazione di probabilità di progressione dell'epidemia moderata, ad alta progressione invece l'indice di rischio.
Veneto
A differenza delle Marche, il Veneto si allontana dalla zona arancione. Merito degli ospedali che stanno vedendo una stabilizzazione dell'occupazione e le percentuali si allontanano dalle soglie di allarme. Le terapie intensive sono scese dal 18 al 17% (tre settimane fa erano al 19%), i reparti non critici sono saliti dal 25 al 26%, ma a inizio settimana erano al 24%. C'è quindi una stabilità per ora. L'altra notizia positiva è l'indice Rt che è sceso da 1,22 a 1,09.
A parte questo, male incidenza e casi settimanali. Il numero di contagi ogni 100mila abitanti è stato di 2.701,01, contro 2.445,63 di una settimana fa e 2.188,81 della settimana prima. Nei giorni 21-27 gennaio arriva fino a 2.518. Il numero dei contagi settimanali invece avanza senza sosta: 131.065. Erano stati 118.673 dal 10 al 16 gennaio; 106.211 dal 3 al 9 gennaio.
Anche se non si può parlare di zona arancione - termine che tra l'altro si riferisce ormai solo alla condizione degli ospedali, ma che non comporta restrizioni, quanto meno per i vaccinati - la situazione epidemica della regione è ancora allarmante. L'Rt che era in calo anche nel monitoraggio precedente non ha portato a un abbassamento dei nuovi contagi. Anzi, numeri così alti continuano a essere qualcosa di inedito.