Modena, 1 luglio 2024 – Il fiume è bellissimo sicuramente da osservare ma per chi decide di tuffarsi si può trasformare purtroppo in una trappola mortale: mai sottovalutare i rischi.
A spiegare quali siano i pericoli (e tanti) del fiume è Gianluca Ugoletti, responsabile della squadra sicurezza fluviale Le Nutrie del coordinamento Provinciale di Modena.
Il fiume e il ‘rullo’
"Il fiume ha una infinità di pericoli: il più mortale, dove è rimasto probabilmente vittima l'ultimo ragazzo che stanno cercando nel reggiano è il 'rullo' che si forma in prossimità delle cascate artificiali. Si forma anche con pochissima acqua ma è potentissimo: crea come un vortice e una volta che vieni trascinato non ne esci, se non deceduto. C'è in quasi tutti i fiumi: per quello non bisogna entrare. Solo nel caso in cui vi sia terriccio all'interno viene 'annientato' ma nel 90 per cento dei casi è presente e pericolosissimo”.
L’incontro con la comunità islamica
"Sabato siamo stati per la prima volta alla comunità islamica di Modena, come gruppo comunale perché rappresenta una delle comunità che frequenta di più il fiume e abbiamo cercato di sensibilizzare questo tipo di utenza, – racconta Ugoletti – perché non ha la conoscenza territoriale e memoria storica. Noi che frequentiamo da secoli i fiumi - i nostri nonni ci andavano sappiamo che si creano questi fenomeni – e stiamo cercando di esportare questo incontro di sensibilizzazione in tutte le comunità”.
Quella morte terribile nel Secchia
"Lo scorso anno è deceduto un ragazzo nel Secchia ed erano presenti i suoi genitori: l'incontro è stato fortemente voluto dalla comunità e probabilmente a settembre spiegheremo le buone pratiche di protezione civile anche alle altre comunità islamiche presenti in città”, prosegue Ugoletti.
Lo sbalzo di temperatura tra corpo e acqua
Un altro rischio importante è “lo sbalzo di temperatura tra il nostro corpo e l'acqua che adesso è molto fredda, perché in Montagna ha piovuto. Nel percorso verso la pianura non ha tempo per scaldarsi e se va bene è attorno ai dieci gradi e noi arriviamo da 38 esterni ed è fatale: vieni trascinato dalle correnti. Il fenomeno si chiama idrocuzione: reazione da choc termico che svuota i polmoni, li asciuga e si perde anche il potere di galleggiabilità e si tende ad andare a fondo", avverte l’esperto.
Il gorgo: dove e rischi
Poi c'è il gorgo: un altro pericolo che può essere da sifonamento, nei manufatti costruiti dall'uomo ma ci sono anche i gorghi naturali che si presentano soprattutto in prossimità dei ponti, cinque – sei metri dopo il pilone e possono trascinare tranquillamente un uomo se caduto in acqua”, continua Ugoletti.
Le sabbie
Poi c'è il problema delle sabbie – prosegue Ugoletti - soprattutto durante le piene che trasportano una quantità enorme di sabbia, fango e altri detriti. Queste sabbie sedimentano nel fondo trasformandosi in infime sabbie: tengono incollati i piedi al terreno, come le sabbie mobili. Uno è convinto di camminare in qualcosa di 'solido' invece viene intrappolato.
Gli altri pericoli
Ci sono poi i pericoli “rappresentati da rami e tronchi, che possono trasformarsi in 'colini' dove l'acqua passa ma l'uomo no. E non sottovalutiamo la corrente. Sono sufficienti 30 centimetri d'acqua per essere trascinati via: l'acqua alle caviglie ha già una forza di cento chili”, spiega la guida.
Balneazioni e fiumi in Emilia Romagna
"In Emilia Romagna – ricorda l’esperto – il bagno non si può fare in nessun fiume. Non vi è un divieto di balneazione ma per quanto riguarda la potabilità dell'acqua. Per sicurezza dalla foce alla sorgente l'Arpae Emilia Romagna lo emette ogni anno per una questione igienica più che di balneabilità”.
Tuffi e cascate
Soprattutto in prossimità delle cascate, infine, “non si devono fare tuffi perché non vi è la percezione di quanto siano profonde. Lo scorso anno, in Emilia Romagna, da Piacenza fino alla foce nei vari fiumi tra cui Po ed Enza i morti erano una trentina”, conclude Ugoletti.