Bologna, 9 febbraio 2020 - In una piazza in cui sullo sfondo appare ancora scolorito lo striscione per Giulio Regeni (il ricercatore italiano scomparso nel 2016), in 200 si sono riuniti per difendere la libertà di un altro studente: Patrick Zaky. Una folla, in piazza Maggiore (foto), composta da associazioni, fra cui Amnesty International, +Europa, Radicali italiani e tanti altri, ma anche da amici, compagni di studio e bambini, che stringono stretti i cartelloni ‘Free Patrick’, ‘Rilascio immediato’.
Patrick è stato arrestato giovedì sera dalla polizia egiziana, al suo atterraggio all'aeroporto del Cairo.
Oltre alle scritte sui cartelloni, cittadini, associazioni e studenti si riuniscono e si esprimono per la sua libertà: ‘Per l’ennesima volta il Governo egiziano sta violando i diritti umani - interviene Francesca Santoro, delegata di Amnesty international -. Chiediamo che venga liberato subito, perché non ha fatto nulla di male se non battersi per i diritti umani’. Si aggiunge Archengelo Macedonio coordinatore di +Europa: ‘Crediamo che queste cose accadano per la debolezza di questa Europa: quello che è successo a Patrick è un altro campanello d’allarme che così non si può andare avanti’.
Fanno fatica a esprimersi e rendersi conto di ciò che è successo, invece, i compagni di corso di Patrick, del master sugli Studi di genere e sulle donne: ‘Ho sentito Patrick mercoledì, il giorno prima che partisse: mi aveva chiesto se volevo qualcosa dell’Egitto - racconta Sofia Selighini, una collega -. Aveva finito gli esami, gliene manca solo uno, ed era partito per passare una settimana a casa dalla sua famiglia. Gli avevo detto di divertirsi, che ci saremmo rivisti una volta tornato’.
Sono tre i punti su cui, in coro, insistono gli studenti: ‘Chiediamo il rilascio e la caduta di tutte le accuse contro Patrick. Poi, la garanzia che il governo egiziano non perseguiterà né Patrick né la sua famiglia e gli consentirà di tornare in Italia per continuare i suoi studi. E infine l’apertura di un’indagine trasparente sul suo arresto di Patrick e la sua tortura’. Ricordando il secondo flash mob, previsto per domani alle 18 in Piazza Scaravilli, ‘vogliamo fare sapere a Patrick, almeno idealmente- commenta Rita Monticelli, coordinatrice del Master Gemma-, che non sarà mai lasciato solo: per questo siamo tutti qui, insieme’.