Bologna, 3 marzo 2021 – E' inevitabile: i cambi di colore e le relative restrizioni che nelle ultime settimane hanno coinvolto prima l'Emilia Romagna e poi alcune province della regione stanno creando un po' di confusione. E polemica. E' il caso dei parchi, dei quali nelle ordinanze della Regione non si parla espressamente. Ma sul sito istituzionale sì, almeno per quanto riguarda la zona arancione scuro.
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Le Faq (risposte a domande frequenti) pubblicate il 26 febbraio in relazione alla stretta sull'Imolese e sui comuni ravennati limitrofi (modificate il 1° marzo) sono chiarissime sul punto. Questo il botta e risposta: “Posso portare mio figlio al parco? No, l'attività è consentita solo in prossimità della propria abitazione”.
Viene da pensare che la limitazione valga a maggior ragione per la zona rossa, che da domani scatta nella Città Metropolitana di Bologna e nella provincia di Modena. Durante la videoconferenza stampa tenuta stamattina dal presidente Stefano Bonaccini, dall'assessore alla Salute, Raffaele Donini, viene detto che la facoltà della chiusura dei parchi spetta ai sindaci.
"La chiusura dei parchi, dove fisicamente possibile, è nella disponibilità dei sindaci, ma in zona rossa si esce di casa solo per ragioni di necessità. Andare al parco non è una necessità", precisa il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi. Ergo, né in zona arancione scuro né in zona rossa è consentito andare al parco, neppure se è aperto.
Scoppia la polemica. Molte le proteste anche sui social, soprattutto da parte dei genitori. Tuttavia, obietta il governatore Bonaccini, "a noi arriva l'esatto contrario: richieste di chiudere i parchi".