REDAZIONE CRONACA

Il messaggio del padre di Filippo Turetta a Gino Cecchettin: “Chiedo perdono. Mio figlio dovrà pagare”

Alla fiaccolata organizzata ieri a Vigonovo Nicola Turetta aveva avvicinato due parenti della ragazza esponendogli il cordoglio e turbamento. Filippo è accusato di omicidio volontario aggravato dal legame del vincolo affettivo e sequestro di persona

Vigonovo (Venezia), 20 novembre 2023 – "Chiedo perdono. Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto”. Papà Nicola Turetta ha trovato il coraggio e ha scritto un messaggio su whatsapp a Gino, il padre di Giulia Cecchettin la 22enne uccisa per mano dell’ex fidanzato. Turetta ha espresso poi “la massima partecipazione al loro dolore, e una forte vicinanza”.

Durante la fiaccolata di ieri sera a Vigonovo – dove 10mila persone hanno ricordato la studentessa ammazzata a coltellate a pochi giorni dalla laurea – Nicola Turetta ha avvicinato due parenti della ragazza esponendogli il cordoglio e turbamento. “Avrei preferito un altro finale. Lo incontrerò, è sempre mio figlio"

“Il padre di Filippo ha partecipato con me alla fiaccolata e in quell'occasione ha avvinato alcuni parenti di Giulia”, racconta Filippo Emanuele Compagno, il legale del ragazzo arrestato in Germania e accusato di omicidio volontario aggravato dal legame del vincolo affettivo e sequestro di persona. Sono queste al momento le accuse formulate dalla procura di Venezia contro Turetta. Un quadro che ''Solo all'esito delle consulenze e degli ulteriori approfondimenti potrà essere meglio chiarito'' si precisa nella nota del procuratore Bruno Cerchi.

Un incontro privo di formalismi – racconta l’avvocato – che testimonia ancora una volta la grande dignità dimostrata in questa vicenda dalle due famiglie. Tutto si è svolto nel rispetto reciproco, così come nei giorni precedenti ed anche dopo il ritrovamento di Giulia”.

Il papà di Filippo Turetta (nel riquadro). Il papà e la sorella di Giulia Cecchettin alla fiaccolata di Vigonovo
Il papà di Filippo Turetta (nel riquadro). Il papà e la sorella di Giulia Cecchettin alla fiaccolata di Vigonovo

Filippo: “Portatemi in Italia”

Non credo che i genitori lo vadano a trovare e così, se non necessario, neppure io andrò in Germania”, sottolinea l’avvocato di Filippo Turetta. Il ragazzo ora si trova in carcere in attesa di essere trasferito in Italia. Quando la polizia tedesca l’ha arrestato in autostrada vicino a Lipsia – a oltre mille chilometri da casa, dopo una fuga durata sette giorni – non ha opposto resistenza. Secondo quanto riportato dal Corriere, gli agenti che l’hanno bloccato avrebbe detto: “Portatemi in Italia”. Nel frattempo, il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha spiegato che l’ipotesi di reato a carico del giovane è ora di omicidio volontario. “Ma è un imputazione provvisoria in attesa di tutti gli accertamenti tecnici”, ha precisato. 

La richiesta della procura

È prevedibile che il “Tribunale superiore regionale di Naumburg, prevedibilmente sulla base di una richiesta della Procura generale di Naumburg, venga incaricato dell'esame dell'arrestato sulla base del provvedimento della giustizia italiana”. È quanto afferma una nota dello stesso tribunale sulla vicenda di Filippo Turetta.

Ma al momento “la richiesta della procura generale relativa alla vicenda di Filippo Turetta non è ancora arrivata. Non può essere comunicato il tempo necessario all'arrivo di una relativa richiesta della Procura generale e all'ulteriore procedura” si limita a confermare il tribunale in una nota.

Attesa l’estradizione: “Ci vorranno 10 giorni”

“Non ho sentito Filippo e neppure chi lo assiste in Germania. Per l'estradizione siamo nel campo delle ipotesi, se ci sarà il rispetto della procedura, e non accelerazioni, ci vorranno una decina di giorni”. A dirlo è l’avvocato Emanuele Compagno, legale di Filippo Turetta.

“Sappiamo che Filippo è stato trovato in grande sofferenza – sottolinea Compagno – è scosso dalla vicenda. Possiamo scervellarci per cercare di capire cosa è passato per la mente di questo ragazzo, ma resta solo il fatto che è stato descritto come un giovane modello, magari insistente nei modi con Giulia ma come lo sono, anche con la messaggistica, i ragazzi di oggi”.

Papà Nicola: “Gli abbiamo dato tutto”

“Siamo ancora sotto shock da quello che ha combinato nostro figlio. Non capiamo come possa essere successa una cosa del genere, porgiamo le massime condoglianze, siamo vicinissimi alla famiglia di Giulia, perché le volevamo bene”. A fatica, Nicola Turetta ha parlato ieri pomeriggio con i giornalisti uscendo dalla casa di Torreglia, piccolo paese a una ventina di chilometri da Padova.

“Giulia l'abbiamo conosciuta bene. Veniva qua con Filippo ci vedevano. Sembrava una coppia perfetta, nessuno riporterà più Giulia. Siamo molto vicini a questa famiglia, e non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così un ragazzo a cui abbiamo cercato di dare tutto”.

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