ALESSANDRO BELARDETTI
Cronaca

La prima aggressione dell’orso. "JJ4 mi ha quasi ucciso, ma nulla è cambiato. Ora i turisti disdicono"

Christian: io e papà assaliti nel bosco, eravamo in una pozza di sangue. "Hanno installato i cartelli d’allerta e basta. Ci diano subito lo spray"

Christian Misseroni con papà Fabio dopo l’aggressione di tre anni fa

Roma, 15 aprile 2023 – “Io e mio padre stavamo salendo il monte Peller, ci eravamo inoltrati nel bosco per 300 metri. Mentre chiacchieravamo, all’improvviso, da sotto un abete è saltata fuori l’orsa JJ4. Non ci ha lasciato il tempo di scappare, era aggressiva, ci voleva attaccare. Con una zampata mi ha scaraventato a terra per azzannarmi il collo, ma mi sono difeso coi calci, lei mi ha morso il polpaccio e lanciato in aria. A quel punto mio padre le ha colpito la schiena e JJ4 l’ha buttato indietro. L’orsa con un morso gli ha aperto la gamba frantumandogli il perone. Poi è successo qualcosa di incredibile e ci ha lasciati vivi". Christian Misseroni, macellaio di 30 anni a Cles con la passione per la caccia, rivive quei momenti di terrore di 3 anni fa con sofferenza.

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Perché non vi ha ucciso?

"Quando era sopra mio padre, io mi sono alzato e ho gridato con le braccia al cielo. L’orsa si è fermata a guardarmi. Sono stati 3 secondi terribili, ho pensato ‘ora mi ammazza, sono morto’. Mio padre si è divincolato dalle zampe e anche lui ha urlato in piedi. Ecco, siamo salvi perché eravamo in due: lei si è sentita spaesata ed è scappata. Aveva i cuccioli e ci ha visto come una minaccia".

Il protocollo di comportamento dice di stare impassibili.

"Certo, se l’orso è mansueto. L’avrò visto venti volte così, lontano e tranquillo. Ma se parte lui aggredendoti non hai speranze se non difendendoti in tutti i modi. Loro puntano al collo e alla faccia, basta un morso per morire".

Nei boschi torna ancora tranquillamente?

"Ora vado solo nelle aree aperte. Sono sempre lì col terrore. Prima se sentivo un rumore tra le piante, speravo di vedere un daino, adesso temo mi attacchi un orso".

La morte del vostro amico Papi vi ha riaperto le ferite?

"Abbiamo una enorme ferita. La tragedia di Papi si poteva evitare, bisognava agire prima".

In che modo?

"La crescita degli esemplari andava contenuta quando erano 50. Ora sono il triplo. Poi si procede con la cattura dei capi pericolosi e si valuta l’abbattimento. Gli orsi problematici, è brutto da dire, vanno almeno spostati. Ma poi chi se li prende? Forse neanche questo basta. Siamo arrivati a due persone attaccate, due guardie forestali aggredite, un ciclista miracolato. Manca poco alla seconda vittima".

La convivenza in Trentino tra gli orsi e l’uomo è possibile?

"Certo. Serve, però, un rapporto equilibrato tra densità della popolazione e numero degli orsi. La Val di Sole è troppo antropizzata per avere così tanti plantigradi".

Il progetto di ripopolamento è fallito?

"Sì, bisognava chiedere a noi cittadini della montagna con un referendum se li volevamo. Qui ci sono malghe, stalle, rifugi, è pieno di attività commerciali".

Una volta gli orsi venivano messi nei cartelli per attirare i turisti. Ora si teme che la gente non venga più in villeggiatura. La psicosi è giustificata?

"Lei andrebbe al mare sapendo che ci sono gli squali? Gli orsi sono ovunque, viviamo in montagna, non è che l’orso sta relegato in un posto specifico. Apri casa e puoi averne uno in giardino. Stanno arrivando molte disdette dei turisti, sono preoccupati di portare i figli qui".

La popolazione è istruita su cosa fare se ci si imbatte in un plantigrado?

"No, è tutto lasciato al caso. Hanno messo i cartelli ‘attenti all’orso’ e basta. All’estero è normale portarsi lo spray anti orso, da noi è illegale. Eppure ormai è più facile imbattersi in un orso che in un cervo".