Bologna, 12 luglio 2022 - Mentre le autorità sanitarie europee stanno esaminando due vaccini anti Covid aggiornati contro la variante Omicron per un possibile via libera a settembre, in questi giorni parte la somministrazione della quarta dose per gli 'over 60' .
"La battaglia contro il virus è ancora in corso", ha ricordato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza: i contagi galoppano (oggi più di 140mila in Italia) nel corso di un'ondata estiva inattesa.
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E degli aspetti più nuovi della pandemia ha parlato oggi, intervistato dal Tg3 Emilia Romagna, Vittorio Sambri, professore dell’Università di Bologna e direttore del laboratorio di microbiologia di Pievesestina, in provincia di Forlì Cesena.
Nuova ondata Covid: i segnali per prevederla
L'ondata pandemica in corso "era abbastanza inattesa, - spiega Sambri, nel senso che un numero di casi così elevato durante la stagione estiva il Covid non ce l’aveva ancora fatto vedere".
In realtà, però, i dati di laboratorio dei primi di giugno l'avevano in qualche modo predetta: "Avevamo cominciato a notare un alto numero di test positivi e soprattutto altissime cariche virali - rivela il professore -, segni che ormai da due anni abbiamo imparato ad interpretare come un potenziale sviluppo di ondata con grandi numeri, nel giro di qualche settimana seguente. Ed è esattamente quello che è successo".
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Tamponi e tracciamento: serve un nuovo modello di gestione
"A questo punto, visto che il Covid, come era prevedibile, non ha intenzione di abbandonarci né di lasciare in pace le nostre vite - continua Sambri - si è perfettamente adattato e sta facendo quello che tutti i virus fanno nella maniera migliore cioè infettare gli ospiti"
"Alla luce dell'alto numero di casi e del fatto che per fortuna abbiamo un alto numero di persone vaccinate, il tracciamento di tutti i casi come 6 mesi fa o un anno fa non è particolarmente rilevante - secondo il professore -. Lo abbiamo visto anche alla fine dell’ondata precedente, a gennaio-febbraio, quando oggettivamente i dati del contact tracing erano gestiti con molta difficoltà perché erano troppi. Bisogna trovare un modello di gestione che non sia emergenziale e che consenta una ragionevole vita libera alle persone potenzialmente coinvolte".
Efficacia dei test: l'ultimo studio
L'ultimo studio del professor Sambri e del suo staff riguarda l'efficacia dei test Covid ed è stato pubblicato sul Journal of Clinical Virology. "Abbiamo partecipato, con i colleghi inglesi e tedeschi, ad uno studio di comparazione dei test in uso - argomenta -. Abbiamo preparato dei pannelli di virus a contenuto noto, con carica virale nota, che contenessero le varianti che hanno circolato più frequentemente nel nostro paese - e non solo - e le abbiamo distribuite a 257 laboratori in 27 paesi d’Europa per chiedere come facessero la diagnostica normalmente".
Ecco la conclusione dello studio: "Su alcune varianti abbiamo ottenuto un risultato non superiore all’80%, che significa che il 20% dei test usati in questo gruppo di laboratori non è in grado di identificare in maniera corretta il virus con test antigenici. È un segno di attenzione", informa Sambri.