Modena, 14 marzo 2022 - La nuova variante Omicron 3 si sta via via diffondendo anche nel nostro Paese, pur coinvolgendo ancora un numero limitato di contatti. I sintomi non differiscono molto da quelli di Omicron (e Omicron 2): tra i più comuni vengono segnalati mal di testa, raffreddore, stanchezza, ma anche febbre o mal di gola. Ma quanto è contagiosa la nuova variante? Cosa possiamo aspettarci nel futuro prossimo? A fare il punto sulla situazione è l'immunologo di Unimore Andrea Cossarizza.
Omicron 3, quali sintomi?
"Nella maggior parte dei casi, grazie al fatto che la stragrande maggioranza delle persone oggi sono vaccinate, i sintomi più comuni con cui si presenta Omicron sono fortunatamente i più leggeri tra quelli che abbiamo imparato a conoscere finora. C’è sempre un importante coinvolgimento delle vie aeree superiori, ovvero del naso e gola, che è maggiore rispetto a quello dei polmoni. Sembra che ci sia un minor interessamento del gusto e dell’olfatto. E’ stato anche visto che questa variante provoca meno danni diretti alle cellule del polmone, ma “meno danni” non significa “zero danni”. Per questi motivi i tassi di ospedalizzazione sono oggi calati, ma nelle persone non vaccinate il decorso rimane, invece, imprevedibile e compreso nello spettro ormai classico: malattia anche molto grave, moderata, lieve o anche infezione asintomatica, come abbiamo già visto in passato, prima dell’arrivo dei vaccini. Lasciata a sé, in molti casi Omicron si può comportare come le varianti precedenti, che però non avevano incontrato gli anticorpi e le cellule prodotte dal sistema immunitario, e quindi causavano una malattia più grave.
Nuova variante covid: quali cure?
"Le terapie si possono oggi avvalere di nuovi ed efficaci strumenti, quali i farmaci antivirali, che hanno un ampio spettro di azione contro i coronavirus, e gli anticorpi monoclonali, uno dei quali è attivo anche contro questa variante. Questi farmaci vanno somministrati alle persone anziane o a quelle fragili non appena insorgono i primi sintomi. Dato il tipo di farmaci, la loro somministrazione deve avvenire in ambito ospedaliero. Per i pazienti più giovani, paucisintomatici e senza difficoltà respiratorie resta valido il protocollo ministeriale sulle cure domiciliari basato sulla “vigilante attesa”, intesa come costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche, con la misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno. E con l’eventuale uso di farmaci per i trattamenti sintomatici. Naturalmente ma è fondamentale consultare subito il medico competente e seguirne le indicazioni".
Omicron 3, possibile la reinfezione per chi ha già avuto altre varianti?
"A causa delle sue mutazioni, la proteina spike di Omicron è un po’ diversa da quella delle varianti precedenti, per cui non stupisce che il sistema immunitario, anche se istruito dalla vaccinazione o da una precedente infezione con una variante diversa, faccia un po’ fatica a riconoscerla, e non sempre sia in grado di bloccare l’infezione. Ci sono numerosi casi di persone che sono state reinfettate a distanza di tempo, e questo significa che dobbiamo tenere comunque alta la guardia. Quello che però abbiamo già imparato è che la risposta immunitaria, sia anticorpale sia cellulo-mediata, è estremamente efficace nel bloccare l’insorgenza della malattia severa o grave che Omicron potrebbe comunque causare".
Come riconoscere Omicron?
"Per riconoscere Omicron bisogna analizzare la sua sequenza, cosa che però è molto complessa e costosa. Ma questa variante è quella dominante, e da diverse settimane oltre il 95% delle infezioni in Italia è data da questo virus. Abbiamo inoltre già una “sorella” di Omicron, chiamata BA.2 che sembra in grado di diffondersi più velocemente dell'originale, che già era il coronavirus a più rapida diffusione della storia. Diverse settimane fa i dati già suggerivano che BA.2 fosse 1,5 volte più contagiosa rispetto al classico sottotipo di Omicron, ma che l’infezione avesse lo stesso andamento".
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Obbligo green pass per lavoratori over 50 ancora utile?
"Come immunologo e medico, non sarei entusiasta di toglierlo. Se vogliamo tenere sotto controllo il virus, servono misure molto precise, e questa lo è stato, e lo è. Possiamo naturalmente discutere singole situazioni, ma certamente non discutiamo il fatto che il green pass è servito e serve tuttora a controllare la pandemia. Basta guardare i numeri degli ultimi mesi".
L'estate sarà ancora un periodo tranquillo?
"Fare previsioni non è mai stato il mio forte. Sarà un periodo tranquillo nella misura in cui continueremo a mantenere le più elementari regole di protezione, come ad esempio le mascherine al chiuso. Mi rendo conto che adesso questo sia veramente molto difficile, per tutti, ma anche che sia importante farlo soprattutto adesso che c’è una variante così contagiosa".
Covid, si va verso la quarta dose per tutti?
"E’ troppo presto per parlarne. Penso che in un primo momento sia fondamentale usare la quarta dose per rinforzare le difese delle persone fragili e anziane. Dobbiamo poi capire bene come migliorare la risposta immunitaria di tutti quelli che hanno già fatto tre dosi, e quali sia la migliore schedula vaccinale. E credo infine che sia arrivato il momento di pensare a un vaccino diverso, che copra da questa e possibilmente da altre varianti".
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