Bologna, 18 marzo 2022 - In tema di Covid, con i contagi in crescita da giorni, è interessante sapere qual è la variante che circola di più. Ebbene, stando agli ultimi dati resi noti dall'Iss, anche se Omicron 1 resta la variante dominante del virus, Omicron 2 (la variante che arriva dalla Danimarca e dal Regno Unito) è in forte crescita. Tanto è vero che in 7 regioni, tra cui L'Emilia Romagna, la Omicron 2 ha superato Omicron 1: al 7 marzo, la sua prevalenza supera quota 50% in Liguria (79,7%, la punta massima), Pa di Bolzano (75%), Umbria (65%), Lombardia (62,5%), Friuli Venezia Giulia (59,1%), Emilia Romagna (58,3%) e Piemonte (54,4%).
Insomma, Omicron 2 galoppa a una velocità impressionante: basti ricordare che al 31 gennaio, la sottovariante risultava solo al 3%, ed era presente in 16 Regioni. Del resto la sottovariante ha una trasmissibilità di circa il 30% superiore all'Omicron originale, che pure è molto più contagiosa delle precedenti varianti.
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Omicron e Omicron 2: il confronto
Secondo il report, "il 7 marzo scorso la variante Omicron era predominante - riferisce l'Istituto superiore di sanità - con una prevalenza stimata al 99,9%" e "una variabilità regionale tra il 99,2% e il 100%. Il ottolignaggio BA.2", appunto la cosiddetta Omicron 2, ha invece una prevalenza "pari al 44,1%" ed "è stato riscontrato nella quasi totalità delle Regioni/Province autonome" con un range tra lo 0% della Valle d'Aosta e il 79,7% della Liguria.
Questi dati emergono dall'ultima flash survey condotta da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. L'unica Regione con Omicron 2 ancora assente è la Valle d'Aosta (0%), non a caso l'unica area 'gialla' in un'Italia 'rosso scuro' nella mappa aggiornata ieri dall'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
L'incidenza di Omicron 2 nelle altre regioni
- Lazio (47,5%) - Toscana (47,1%) - Marche (41,2%) - Molise (41,2%) - Sardegna (40,8%) - Veneto (38,5%) - Calabria (36,2%) - Puglia (34,3%) - Sicilia (30,3%) - Campania (28,9%) - Basilicata (25%) - Trento (25%) - Abruzzo (23,6%).
Omicron 2: i sintomi
Con la nuova sottovariante si finisce a letto con sintomi diversi: "Sì, nella BA1 (la Omicron, ndr) la sintomatologia era prevalentemente a carico delle alte vie respiratorie e, in modo particolare, la gola - spiega Luciano Attard, infettivologo del Policlinico Sant’Orsola di Bologna - Con questa sottovariante si aggiungono i sintomi gastroenterici, quindi nausea, vomito, diarrea".
Omicron 2, chi è più colpito
Al momento a essere aggrediti da Omicron 2 sono i giovanissimi - tra gli 11 e i 13 anni - semplicemente perché sono meno coperti dai vaccini e in più i ragazzini hanno più contatti con gli altri, a scuola ma anche praticando sport o giocando insieme. D'altro canto - spiega sempre Attard - a rischiare di più sono, come per tutte le altre varianti, i soggetti deboli, gli immunodepressi e gli oncologici, oltre alle persone che non hanno completato il ciclo vaccinale con il booster.
Omicron 3: sintomi e cure
C'è poi una nuovissima sottovariante, soprannominata Omicron 3, che ancora non ha preso piede in modo importante in Italia. Ne parla l'immunologo di Unimore Andrea Cossarizza, che sottolinea come i sintomi sono più leggeri perché la gran parte degli italiani sono vaccinati: "C’è sempre un importante coinvolgimento delle vie aeree superiori, ovvero del naso e gola, che è maggiore rispetto a quello dei polmoni - sottolinea l'esperto - Sembra che ci sia un minor interessamento del gusto e dell’olfatto. E’ stato anche visto che questa variante provoca meno danni diretti alle cellule del polmone, ma meno danni non significa zero danni".
Quanto alle cure, ci sono i nuovi farmaci antivirali, che hanno un ampio spettro di azione contro i coronavirus, e gli anticorpi monoclonali, "uno dei quali - sottolinea Cossarizza - è attivo anche contro questa variante. Questi farmaci vanno somministrati alle persone anziane o a quelle fragili non appena insorgono i primi sintomi".