PATRIZIA TOSSI
Cronaca

Omicidio di Giulia Cecchettin, l’auto di Turetta è arrivata in Italia. Le analisi dei Ris: ecco cosa cercano e perché

La Fiat Grande Punto nera ora è a Parma. Cruciale l’analisi delle tracce di sangue: la scientifica dovrà accertare se il fendente mortale sia stato sferrato a bordo. La polizia tedesca ha trovato coltello, cellulare, sacchi neri e nastro adesivo. Al vaglio eventuali indizi sulla premeditazione

Parma, 15 dicembre 2023 – E’ arrivata questa sera a Parma l’auto di Filippo Turetta, la Fiat Grande Punto nera che il ragazzo ha usato per la fuga. Tra nodi da sciogliere attraverso l’analisi dell’abitacolo, l’ipotesi che il fendente mortale che ha ucciso Giulia Cecchettin possa essere stato sferrato dall’ex fidanzato – che il 18 dicembre compierà 22 anni – mentre si trovava a bordo dell’auto.

L'autostrada tedesca A9 di Bud Durrenberg (Lipsia) dove è stata trovata la Fiat Punto con a bordo Filippo Turetta
L'autostrada tedesca A9 di Bud Durrenberg (Lipsia) dove è stata trovata la Fiat Punto con a bordo Filippo Turetta

Cosa c’è in auto: l’esame dei reperti

L'analisi del veicolo sarà un passaggio cruciale dell'inchiesta della procura di Venezia che indaga sul femminicidio. Verranno esaminati anche i reperti trovati all’interno dell’auto, tra cui un coltello repertato dalla polizia tedesca (diverso dalla lama con cui ha ucciso l’ex fidanzata), dei sacchi neri usati per nascondere il cadavere di Giulia vicino al lago di Barcis (Pordenone), il cellulare e del nastro adesivo grigio. 

Turetta è accusato di sequestro di persona, omicidio aggravato dal vincolo affettivo e occultamento di cadavere. Gli inquirenti cercheranno anche elementi che possano provare l’aggravante della premeditazione del delitto.

Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta
Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta

Cosa cercano i Ris: le tracce di sangue

Attraverso la ‘bloodstain pattern analysis', ovvero l'analisi delle tracce ematiche, i carabinieri dovrebbero riuscire a ricavare elementi utili per capire se Giulia sia stata accoltellata una prima volta sul sedile dell'auto a pochi metri da casa sua e se l’ultimo fendente mortale sia stato inferto sempre all’interno della Punto.

La prima aggressione sarebbe avvenuta a pochi passi da casa, nel parcheggio di Vigonovo (Venezia), dove un vicino di casa ha visto Filippo mentre si avventava su Giulia, per poi strattonarla in auto e fuggire. Poi Turetta si è fermato in una zona isolata, l’area industriale di Fossò, dove le telecamere di un’azienda hanno ripreso una seconda agressione, violentissima. 

Qui Giulia è stata accoltella e sbattuta a terra così violentemente da perdere i sensi. Poi è stata caricata in auto, ma non è ancora chiaro se in quel momento fosse viva o morta. 

Le analisi riguarderanno anche i sacchi neri, il telefonino e lo scotch trovati a bordo della vettura dagli agenti tedeschi che il 19 novembre hanno arrestato il 21enne, dopo otto giorni di ricerche. Anche dagli esiti di questi accertamenti potrebbe derivare la contestazione da parte del pm Andrea Petroni di nuove aggravanti, come la premeditazione.

Turetta è stato arrestato a Bad Durrenberg, non molto lontano da Lipsia
Turetta è stato arrestato a Bad Durrenberg, non molto lontano da Lipsia

Dove è stata fermata l’auto di Turetta

Dopo una settimana di fuga, probabilmente Filippo si sentiva braccato. È possibile, infatti, che il ragazzo sapesse di essere ricercato e di avere sulla testa un mandato di cattura internazionale, visto che i messaggi di WhatsApp venivano regolarmente recapitati con la doppia spunta grigia. Si potrebbe quindi pensare che la app fosse agganciata al wi-fi, forse un computer o un altro device.

La sua folle corsa contro il tempo è finita in Germania. La Punto nera è stata intercettata dalla polizia tedesca vicino a Lipsia, sull'autostrada A9. L’auto era ferma all'altezza della cittadina di Bud Durrenberg sulla corsia d'emergenza a luci spente, con Turetta seduto al volante. Non è chiaro se abbia voluto farsi catturare, oppure se davvero era rimasto con il serbatoio a secco.

Le versioni sono contrastanti: dalle prime informazioni trapelate, sembrava che il ragazzo avesse finito i soldi per fare benzina, ma nei giorni successivi è uscita un’indiscrezione sul fatto che il 21enne avesse ancora in tasca dei contanti.

L’arresto e la confessione

Quando è stato arrestato, Turetta non ha opposto resistenza. Anzi, agli agenti della polizia stradale tedesca che lo hanno fermato è apparso stanco e rassegnato, come se fosse desideroso di consegnarsi. È quanto avrebbero comunicato, secondo quanto si apprende, le autorità tedesche. Alla polizia che lo ha ammanettato ha detto: “Ho ucciso la mia fidanzata”. E poi ha raccontato di avere pensato al suicidio, senza però avere avuto il coraggio di uccidersi. La stessa confessione è stata poi ripetuta ai magistrati italiani durante l'interrogatorio di garanzia avvenuto nel carcere di Verona, dove al momento il ragazzo è detenuto, così da poterla farla mettere agli atti nel fascicolo della procura di Venezia.