FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Nuovo virus, pronta la task force in Romagna: quando arriverà sarà identificato in due giorni

Il professore Vittorio Sambri conferma che ci sarà un’altra pandemia, ma che l’Ausl è pronta anche in caso di scenari peggiori: “Rispetto al pre Covid siamo molto più preparati”

Bologna, 6 giugno 2024 – È inevitabile che ci sarà una nuova pandemia presto o tardi. L’importante è essere pronti ad affrontarla e l’Ausl Romagna lo è: lo conferma Vittorio Sambri, professore, microbiologo e responsabile del laboratorio analisi di Pievesestina (Cesena) di tutte le malattie infettive della regione Emilia-Romagna. Il professore conferma quello che già l’Oms aveva detto e che anche la virologa di fama mondiale, Ilaria Capua, aveva annunciato sulle pagine del Carlino: un nuovo virus è in arrivo.

"Non si può dire che non ci sarà”, dice Sambri. “Non possiamo sapere di che virus si tratta – anche se per probabilità statistica ci aspettiamo che sia un nuovo virus influenzale – o quando arriverà, ma il Covid-19 ci ha insegnato che dobbiamo essere tutti pronti e ora lo siamo. Siamo pronti anche per la dengue, nel caso la situazioni peggiori. Al momento però è sotto controllo”.

Nel tondo il professor Vittorio Sambri: "In caso di una nuova pandemia, saremo pronti ad affrontarla"
Nel tondo il professor Vittorio Sambri: "In caso di una nuova pandemia, saremo pronti ad affrontarla"

Professore, cosa è stato fatto per prepararsi all’evenienza di un nuovo virus?

“Visto il piano pandemico a livello nazionale, anche l’Ausl Romagna – così come gli altri enti territoriali – ne ha dovuto preparare uno attualizzato a livello regionale. Un piano che definisce che cosa dobbiamo fare e chi deve fare cosa, nel caso in cui scoppi una nuova pandemia. In questi ultimi tre mesi, dunque, sono state svolte esercitazioni, riunendo attori che potrebbero essere coinvolti nella gestione della nuova emergenza, simulando i possibili effetti. Il tutto si traduce in un ‘ci stiamo preparando’”.

Una simulazione per prevenire il peggio, dunque? Siamo pronti per eventuali altre mascherine o posti letto nelle terapie intensive?

“Assolutamente sì. Ora siamo preparati alle ipotesi peggiori, come il coinvolgimento di un alto numero della popolazione o di un importante riempimento degli ospedali. Rispetto al pre Covid-19 anche nei laboratori siamo molto più preparati, grazie ai fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari del Pnrr, gestito dalla Regione”.

Per esempio?

"Grazie all’investimento di milioni di euro sono state messe a punto delle tecnologie che all’inizio del Covid-19 non esistevano. Non possiamo dire ora di quale pandemia si tratterà, ma in 48/72 ore saremo in grado di capire che virus circola grazie a tecnologie che ci permettono di farlo. Così come saremo in grado di stabilire test diagnostici rapidi. La situazione è molto cambiata dal pre Covid-19”.

Fondamentale sarà anche il piano pandemico europeo su cui si sta lavorando.

"Sì, anche perché la gestione di una pandemia colpisce tutti i livelli. È indispensabile per il sistema di sanità pubblica che ogni organo o persona sappia cosa deve fare e in quali tempi. Noi ci siamo esercitati con una simulazione sulla carta e tutto quello che abbiamo imparato deve diventare un patrimonio di tutti”.

Quindi è proprio inevitabile che arrivi un’altra pandemia?

“Bisogna capire che i virus non sono scomparsi e rendersi conto che un'altra pandemia è assolutamente possibile. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che non sarà colpa di nessuno se arriverà un nuovo virus, se non del nostro modo di vivere. Siamo molto affollati e stiamo usando le risorse in maniera irresponsabile. Ma abbiamo anche tecnologie tali che ci consentono di girare il mondo in 48 ore. Non è pensabile che un virus non si propaghi”.

Conferma che le pandemie sono eventi ciclici e quindi inevitabili?

“I virus sono sempre esistiti, c’erano prima di noi. Se nel 1400 c'era la peste, oggi c'è un virus. Siamo passati anche attraverso l’Aids e altri innumerevoli malattie. Quindi sì, è inevitabile”.