Bologna, 25 febbraio 2021 - Arriverà domani la bozza del Nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo. L'ha annunciato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini durante un incontro, in video collegamento e durato circa tre ore, a cui hanno partecipato anche, Roberto Speranza, ministro della Salute, i presidenti delle Regioni e i rappresentanti di Province e Comuni per discutere delle nuove misure da adottare per contenere la diffusione del Coronavirus, gettando le basi per un "cambio di passo" nei rapporti con il governo Draghi.
Resiste il sistema dei colori delle regioni con l'obiettivo di scongiurare un lockdown generalizzato, ma "per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì", l'annuncio di Gelmini. Si lavora a una graduale riapertura dei luoghi di cultura, che pare sarà possibile dopo il mese di marzo.
"Il governo sta lavorando intensamente in queste ore sul nuovo provvedimento anti-Covid. Sono naturalmente in costante contatto con Palazzo Chigi e contiamo di farvi avere, nella giornata di domani, con grande anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo, una prima bozza del Dpcm". Così Gelmini, che aggiunge "Per l'esecutivo Draghi è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita".
"A fronte del documento presentato dalle Regioni la scorsa settimana, stamattina sono arrivate alcune prime risposte positive, ma su altri temi occorrono ulteriori riscontri. In particolare, occorre una decisa accelerazione sul piano vaccini, una revisione dei criteri per l'assegnazione delle fasce e una valutazione preventiva sull'impatto delle varianti". Così il presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Nuovo Dpcm Draghi dal 6 marzo al 6 aprile
Il nuovo Dpcm anti-Covid sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Lo ha annunciato ieri il ministro della Salute Speranza sottolineando che "non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all'ultimo miglio, vediamo la luce in fondo al tunnel e non possiamo abbassare la guardia".
Quello che ci aspetta, dunque, è un altro mese di divieti che termineranno dopo Pasqua. Preoccupa il dilagare della variante inglese, la curva epidemiologica resta a livelli alti, ecco quindi che si fa largo la linea del rigore.
Scuole: la richiesta delle Regioni
Secondo le ultime informazioni, le Regioni avrebbero chiesto, nel corso del vertice con il governo sul nuovo dpcm, un parere del Comitato tecnico scientifico sull'apertura delle scuole alla luce della particolare situazione epidemiologica, legata alla diffusione delle varianti e in particolare della variante inglese.
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Nuovo Dpcm: dai ristoranti alle palestre, cosa può cambiare
Proprio questa linea sembra allontanare l'ipotesi dell'apertura dei ristoranti la sera nelle zona a rischio contagio meno elevato, caldeggiata dalla Lega e che era stata accolta con favore anche da alcuni Governatori, tra cui quello dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Difficile, inoltre, vedere spiragli per una riapertura a breve di palestre e piscine
Intanto, resta fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra le regioni, anche se sono in zona gialla.
Nuovo Dpcm: quando riaprono cinema e teatri
"Stiamo lavorando per una graduale riapertura dei luoghi di cultura. Il ministro Franceschini ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. E' un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione", aggiunge la ministra Gelmini agli Enti locali durante l'incontro con le Regioni.
Colori delle Regioni per evitare il lockdown: cambiano i tempi
Resta confermato il sistema dei colori per differenziare il livello di rischio legato al contagio da Covid-19 nelle diverse aree del Paese: rossa, arancione, gialla. Nell'ambito delle diverse aree, sono in vigore provvedimenti più restrittivi adottati da ordinanze locali dove i contagi sono più alti.
A questo proposito, per evitare i continui cambi, il Governatori hanno chiesto che il sistema leghi le decisioni a parametri più oggettivi.
"Il sistema dei parametri (per definire i colori delle zone, ndr) si può affinare, ma probabilmente non con il decreto in arrivo, ci vorrà un tavolo tecnico. In ogni caso, per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì", ha annunciato oggi Gelmini all'incontro con le Regioni e gli Enti locali.
"Ritengo sia utile, in questa fase, anche alla luce dell'impatto delle varianti - aveva detto ieri il ministro Speranza - favorire un nuovo confronto con un tavolo tecnico tra esperti dell'Istituto superiore di sanità, del Ministero della salute e delle Regioni per valutare il quadro in cui siamo".
Bonaccini: "Prime risposte positive"
"Registro alcuni primi passi avanti. - dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al termine dell'incontro -. C'è la disponibilità a far lavorare il gruppo tecnico per la revisione dei criteri e dei parametri che sono alla base della definizione della colorazione delle diverse fasce di rischio. Ma abbiamo chiesto che questo avvenga sin dalle prossime ore e che questi lavori arrivino a conclusione nei prossimi giorni. Il Governo si e' poi impegnato a garantire la comunicazione delle misure all'inizio della settimana e non più, come accaduto finora, nel weekend: è quanto avevamo richiesto per consentire a cittadini e imprese di conoscere per tempo le misure e organizzarsi. Dunque un fatto positivo".
"Abbiamo poi apprezzato - spiega il Governatore dell'Emilia Romagna - l'impegno ad una concomitanza più stringente fra provvedimenti restrittivi e l'azione per indennizzi e ristori. Positiva anche l'intenzione manifestata dai ministri Gelmini e Speranza a estendere i ristori anche laddove le restrizioni siano introdotte con ordinanze regionali assunte d'intesa col ministero della salute. Su questo punto, che avevamo posto da tempo, attendiamo però un riscontro positivo anche dal Ministero dell'Economia".
"Ma occorre - prosegue Bonaccini - un'accelerazione ulteriore. Primo: fare il punto Stato-Regioni sul piano vaccini affinché siano recuperati i ritardi dovuti ai tagli nella distribuzione, facendo tutto il possibile anche in ambito europeo e coinvolgendo e responsabilizzando ancor più i medici di medicina generale dopo il recente accordo. Su questo siè convenuto di andare ad un tempestivo confronto di aggiornamento con il Ministero della salute ed il commissario per l'emergenza".
"Secondo: - continua - lavorare da subito, anche in un'ottica di respiro lungo, per identificare settori ed attività che - al verificarsi di determinate condizioni epidemiologiche e in condizioni di sicurezza - possano riaprire in sicurezza. Terzo: a fronte di una possibile terza ondata, dovuta in particolar modo alla maggiore contagiosita' delle varianti che sembra colpire in particolare i giovani, abbiamo la necessità di avere dati certi e previsioni d'impatto per concordare un'azione congiunta in settori fondamentali per la vita delle famiglie e delle comunità, come la scuola.
Infine conclude: "Quarto: è essenziale che il nuovo Dpcm chiarisca meglio il ruolo dei diversi livelli istituzionali in materia di contenimento della pandemia".