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Nerea, dividendi ai dipendenti: "Il mio fatturato lo devo a loro"

La scelta controcorrente di Tommaso Rossi, patron dell’acqua minerale dei Sibillini

Nerea, dividendi ai dipendenti: "Il mio fatturato lo devo a loro"

di Lucia Gentili

MACERATA

"Il capitale umano, in ogni società, è sempre superiore al 50%. Bisogna tenerne conto, coinvolgere i dipendenti nelle attività decisionali dell’azienda, valorizzare la collaborazione con chi concorre a raggiungere gli obiettivi. Per questo trovo giusto e naturale ridistribuire gli utili anche ai lavoratori". È la filosofia di Tommaso Rossi, presidente di Nerea spa, stabilimento d’imbottigliamento di acqua minerale con sede a Castelsantangelo sul Nera, piccolo comune del Maceratese tra i più colpiti dal terremoto 2016 con circa 220 anime.

Rossi, 85enne – "in gioventù molto avanzata" come la definisce lui – ha pensato a un bel regalo di Natale per i suoi ventitré dipendenti, che questo mese si ritroveranno una busta paga degna di nota, grazie all’accordo di partecipazione agli utili d’impresa. "D’altronde – aggiunge – se quest’anno per la prima volta l’utile supera il milione, è anche e soprattutto grazie a loro". Il 2022 era stato chiuso con 200mila euro (nel 2023 cinque volte tanto). Il patto è stato siglato ad agosto con Fai Cisl. Ma l’altro ieri, in Comune, è stato ratificato pubblicamente alla presenza del governatore Francesco Acquaroli, del sindaco Mauro Falcucci e del segretario nazionale del sindacato Massimiliano Albanese. È uno dei primi accordi formalizzati in regione. "I dipendenti riceveranno in basta paga una parte degli utili. Parliamo di una mensilità più che abbondante", spiega il direttore Benedetto Cesaretti.

Rossi, com’è nata l’idea?

"Io sono presidente di Nerea da circa tre anni e mezzo. Ma sono entrato in società nel 2013-14, quando era sull’orlo del fallimento; sono intervenuto coprendo un capitale che mancava e cercando di salvarla. Sono entrato come azionista, poi consigliere fino ad acquisire il 51% delle quote sociali. Da tanto tempo sono nel settore delle acque. Oggi è molto difficile trovare personale qualificato; in questo periodo storico, le aziende dovrebbero riservare maggiore attenzione al capitale umano. D’altra parte se Nerea è uscita dal fallimento è anche grazie all’impegno dei lavoratori con la direzione. Quindi ora che l’azienda continua a crescere, abbiamo pensato ad un primo esperimento in questa piccola realtà. Un accordo migliorabile, ma intanto partiamo".

Spera che altre aziende facciano lo stesso?

"Sì, se i dipendenti si sentono artefici della crescita della loro impresa, sono messi nelle condizioni di lavorare meglio. Penso che tra qualche anno tutte le fabbriche dovranno farlo. Sempre nel rispetto delle regole e della sostenibilità".

Con due linee di produzione, l’azienda imbottiglia acqua minerale di alta qualità, che trae origine da una sorgente nel Parco dei Sibillini. Resterete sempre a Castelsantangelo?

"Sì, il progetto è applicato proprio a questo territorio, verso cui siamo solidali. Puntiamo a tenere "vincolata" qui la forza lavoro di Nerea, soprattutto i giovani, affinché abbiano stimoli per restare. Abbiamo intenzione di continuare ad investire su Castelsantangelo".

In che modo?

"Di recente abbiamo acquistato macchinari più moderni (per 2 milioni e mezzo di euro) perché la volontà è prevedere qualche altra linea di produzione. Stiamo cercando altri partner affinché la zona riprenda vita: nuove attività potrebbero "attaccarsi" alla "roccaforte" Nerea. A fronte di un ampliamento, dovremmo assumere il 15-20% di personale in più, aumentando anche l’occupazione femminile".