Parma 4 maggio 2022 - Stamattina, la Divisione anticrimine della Questura e la Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un provvedimento di sequestro di tre imprese, appartenenti a Franco Gigliotti, già condannato a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro ancora non definitiva), nell’ambito dell’Operazione Stige condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e a 6 anni e 4 mesi per associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti (sentenza del Gup di Parma ancora non definitiva), in relazione all’operazione “Work in Progress” condotta dalla Procura di Parma.
Giglioli soggetto "di spiccata pericolosità sociale"
Un soggetto ritenuto da procure e forze dell’ordine di spiccata “pericolosità sociale”. Sotto sequestro la ditta individuale di Gigliotti e le società L.c. Impianti e Euroweld. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bologna, è preliminare alla confisca. E’ stata sottoposta a sequestro anche la totalità delle quote della società Euroweld e il 51% delle quote della società L.c. Impianti. Il valore complessivo delle imprese si attesta intorno ai 500.000 euro e il provvedimento di stamattina rappresenta un’estensione del sequestro d’urgenza di tutti i beni mobili, immobili e finanziari di Gigliotti, disposto il 1 febbraio scorso, sempre dal Tribunale di Bologna, su richiesta congiunta del Procuratore capo Giuseppe Amato e del Questore di Parma Massimo Macera, dopo gli accertamenti effettuati dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza di Parma.
La svolta nelle indagini
A mettere gli inquirenti sulle tracce di Gigliotti, è stata una grossa sproporzione tra il suo patrimonio - che ammontava a circa 13 milioni di euro - e i suoi redditi che ha fatto ipotizzare che i beni fossero, anche solo in parte, proventi di attività criminali di cui l’uomo, allo stato in assenza di un giudicato, è stato ritenuto responsabile. La recente attività investigativa, condotta dalla squadra mobile e dalle Fiamme gialle di Parma, ha consentito di accertare che l’uomo, non appena ritornato in libertà, ha immediatamente riallacciato i contatti con alcuni suoi fedeli collaboratori, già coinvolti nella Operazione “Work in progress” e che la sua ditta individuale e le società L.c. Impianti e Euroweld sono state utilizzate per riprendere in modo occulto le attività svolte in precedenza dalle compagini societarie già sequestrate a Gigliotti che, in questo modo, ha potuto eludere la procedura di prevenzione patrimoniale in atto.
Dalle indagini, infatti, è emerso che l’uomo, da un lato, era subentrato come socio occulto di maggioranza nella L.c. Impianti, grazie alla complicità del gestore e, dall’altro, aveva diretto tutte le operazioni preliminari alla costituzione della Euroweld, scegliendo personalmente i soci formali e versando di tasca propria l’intero capitale sociale pari a 30.000 euro. Il Tribunale di Bologna, sulla base degli esiti della complessiva attività investigativa, accogliendo la proposta di estensione del sequestro della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e, ritenendo ancora pericoloso socialmente Gigliotti, ha disposto il sequestro delle società