LUCIA GENTILI
Cronaca

Multe divieto di balneazione in Emilia Romagna e Marche: cosa si rischia

Stop ai tuffi nei tratti di mare che non rispettano i criteri di balneabilità, qual è la norma che disciplina la materia e quali sono le sanzioni

Divieto di balneazione in altri tratti di mare: i cittadini che non rispettono la limitazione possono essere multati

Divieto di balneazione in altri tratti di mare: i cittadini che non rispettono la limitazione possono essere multati

6 giugno 2024 – Multe salate, da 1.032 a 3.098 euro, per chi viola il divieto di balneazione. Nelle scorse settimane è scattato il limite nelle acque della Romagna: quattro tratti di mare nel mirino nei giorni scorsi. Oggi, invece, è toccato a un tratto del lungomare di Civitanova Marche. Ma cosa rischia il cittadino che non rispetta il divieto di balneazione? Vediamo nel dettaglio la normativa di riferimento.

Sommario

Divieto di balneazione: cosa dice la normativa

La normativa rientra nella politica ambientale dell’Unione europea. A fare chiarezza sulle regole da seguire c’è il professore e avvocato Stefano Pollastrelli, ordinario di diritto della navigazione all’Università di Macerata. “Il divieto di balneazione è disciplinato dalla direttiva 2006/7/CE (cosiddetta "Direttiva Balneazione") recepita in Italia con un decreto legislativo del 2008, finalizzato a proteggere la salute umana dai rischi derivanti dalla scarsa qualità delle acque di balneazione – spiega il professore -. La normativa rientra nella politica ambientale dell’Unione europea. L'acqua è una risorsa naturale limitata per cui la sua qualità dovrebbe essere protetta, difesa, gestita e trattata”.

il professore e avvocato Stefano Pollastrelli
il professore e avvocato Stefano Pollastrelli

“Le acque superficiali, in particolare – aggiunge -, sono risorse rinnovabili che hanno capacità limitate di recupero dopo un impatto negativo causato dalle attività umane. I cittadini possono avere le informazioni, in tempi reali, sullo stato delle acque di balneazione (divieti, risultati del monitoraggio delle acque) di ogni singolo Comune, consultando il Portale Acque realizzato dal Ministero della salute. Può anche interagire con il Portale segnalando criticità”.

Multe per chi non rispetta il divieto

“Il cittadino che non osserva il divieto di balneazione potrà incorrere in una sanzione amministrativa – prosegue il prof. Pollastrelli -. In particolare si applica l’art. 1164 Codice della Navigazione che prevede una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1032 a 3.098 euro. Le ordinanze sindacali di divieto di balneazione prevedono, in caso di violazione del divieto di balneazione nelle zone indicate, l’applicazione dell’art. 650 codice penale, secondo cui chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro”.

Le autorità competenti in Italia 

Ecco quali sono le autorità competenti in Italia: - Il Ministero della Salute (di concerto con il Ministero dell'Ambiente) che svolge funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività, elabora i dati di monitoraggio e li trasmette alla Commissione Europea; - Le Regioni che programmano e coordinano le attività finalizzate all'informazione della qualità delle acque di balneazione. Individuano prima di ogni stagione balneare i punti nei quali effettuare il monitoraggio e studiano le azioni necessarie per eliminare le fonti dell’inquinamento. I dati vengono trasmessi al Ministero della Salute ed ai Comuni interessati. Le attività tecnico-scientifiche e cioè i campionamenti e le analisi delle acque sono svolte dall’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). - I Comuni che, prima dell'inizio della stagione balneare, provvedono alla delimitazione, nel territorio di competenza, delle acque non adibite alla balneazione e di quelle che risultano permanentemente vietate alla balneazione (acque classificate “scarse”). I Comuni devono emanare le ordinanze di divieto di balneazione (Ordinanze sindacali). Il divieto dovrà essere evidenziato da apposita e idonea segnaletica, come prevede la normativa. Il divieto potrà essere rimosso solo dopo aver messo in atto le misure di miglioramento e di risanamento delle acque a seguito di successivi campionamenti che danno esito positivo. - Le Capitanerie di Porto che con apposite Ordinanze possono imporre il divieto di balneazione nelle acque dei porti, degli approdi, dei punti d’ormeggio e delle darsene, e in quelle acque destinate al normale transito di unità navali. Il divieto di balneazione è previsto nelle foci, nei canali e nei corsi d’acqua demaniali marittimi che comunicano con il mare e nelle acque superficiali antistanti la costa ove vi sia pericolo di dissesti idrogeologici.