Rimini, 6 agosto 2024 – La mucillagine è tornata e in tutta la Riviera romagnola se ne parla parecchio. Per molti, tra bagnanti e operatori balneari, rappresenta un incubo o un pericolo dal quale proteggersi. Ma è effettivamente così?
Lo abbiamo chiesto a Cristina Mazziotti, responsabile della struttura oceanografica Daphne di Arpae, per fare il punto su questo fenomeno e cercare di capirne la portata. L’esperta rassicura sulle conseguenze del fenomeno, di formazione naturale e che ha visto una proliferazione eccessiva dalle nostre parti a causa di diversi fattori. Non si tratta di una sostanza nociva o pericolosa nè per l’uomo nè per l’ecosistema marino, a differenza di quanto uscito nelle ultime ore.
E’ davvero un problema la mucillagine?
"Si tratta di un evento assolutamente naturale con cui purtroppo si può fare poco: è un processo che deriva da organismi chiamati fitoplancton, in grado di produrre da sempre questo materiale, con una maggiore quantità in alcuni periodi specifici. Si tratta di polisaccaridi (ovvero zuccheri) che vengono a galla, depositandosi anche sul bagnasciuga e generando così un errore sgradevole. Il colore della mucillagine dipende dal tempo di permanenza in mare. Quando è fresca, tende a essere bianca, al contrario quando si ossida diventa giallina”.
Quali sono le cause della sua formazione?
“E’ un processo che parte dalle acque al largo per poi arrivare anche nelle nostre zone. In questo caso è partito dalle coste croate e slovene già verso maggio-giugno e ha raggiunto il picco in questi mesi anche da noi, ma abbiamo segnalazioni del fenomeno fino in Puglia. Ora siamo nel pieno, a maggior ragione in una condizione climatica stabile come quella in cui ci troviamo che rischia di proliferare la mucillagine. Solo il mare mosso potrebbe disgregarla. Il meteo, poi, svolge un ruolo importantissimo, in grado di regolare e controllare il fenomeno a causa del grande caldo".
Perché la mattina non si vede in acqua ma il pomeriggio sì?
“Dipende dalla colonna d'acqua che la trasporta in superficie e da un processo di fotosintesi che rilascia bolle di ossigeno, che a loro volta risalgono a pelo d'acqua. Ciò comporta la salita e la discesa di masse di mucillagini, senza dimenticare il ruolo fondamentale delle correnti”.
Da quando esiste la mucillagine? L’ecosistema marino è davvero a rischio?
“Non si tratta di un caso isolato quello di quest’anno: si registrano tracce di mucillagini già nel 1800 nel golfo di Trieste. E' un processo naturale che esiste da sempre, ci sono stati ritorni significativi di mucillagini anche nel 2018, nel 2014 e nel 1988. Per questo, possiamo affermare che l'ecosistema marino non è a rischio, proprio perché è un fenomeno che è sempre esistito. Tant'è che i fondali sono puliti, non vi si trova mucillagine. Tantomeno porta specie aliene. E l’acqua è trasparente dove non compare questo fenomeno. Inoltre, la mucillagine non proviene dai fiumi, semmai la microalga che lo produce può prendere nutrimento da lì”.
Si può stimare una data di fine per il fenomeno?
“La mucillagine certamente avrà una fine, anche solo grazie al vento che può sospingerla: già nelle prossime settimane potrebbe rallentare, magari con un abbassamento progressivo delle temperature. La mucillagine prolifera nelle nostre acque anche perché attualmente si trova tanta acqua dolce”.