Pesaro, 6 marzo 2022 - Mortalità legata al vaccino contro il Covid, falso mito sì o no? A rispondere a una domanda diventata più che frequente in questi ultimi tempi è stato il virologo pesarese Roberto Burioni: "Chi si vaccina, solitamente, ascolta anche il proprio medico e ha uno stile di vita più sano. Quindi vive di più".
"Sentiamo spesso - ha detto, ospite della trasmisione di Fazio su Rai Tre, 'Che tempo che fa'-, che qualcuno è morto dopo la vaccinazione: tutto ciò genera inquietudine e il nostro istinto ci porta a pensare che le cose siano collegate, ma non è così. Cadiamo in una trappola della nostra mente anziché ascoltare il pensiero lento della scienza". Il professore - ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele - esclude quindi un'importante casistitica e un collegamento fra siero e mortalità.
E, sempre il professore, prende d'esempio uno studio americano. "Negli Stati Uniti sono stati presi due grossi gruppi di persone: uno da 3,4 milioni di soggetti vaccinati e l'altro da 3,2 milioni di non vaccinati - spiega -. Tenuti d'occhio per sette mesi, fra i vaccinati sono morte 6.300 persone, contro le 6.660 dei non vaccinati". Quindi la mortalità, come suggerito sopra dal virologo "tra i vaccinati non è maggiore".
Nel dettaglio, lo studio divide anche i soggetti per classi d'età: sotto i 18 anni i decessi fra i vaccinati sono stati 5, contro i 7 dei non vaccinati; tra i 18 e i 44 anni 93 contro 161 non vaccinati; e ancora: tra i 45 e i 64 sono stati riscontrati 526 decessi tra i vaccinati e 910 tra i non vaccinati.