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Infarto, tumore, by-pass: ecco i migliori ospedali italiani del 2022

Una fotografia del Programma nazionale esiti, promosso da Agenas, racconta la ripresa della sanità nel post pandemia: premiato l'Umberto I di Ancona. Ancora 1,2 milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019

Bologna, 6 dicembre 2022 - Dopo due anni di pandemia, ripartono le strutture sanitarie. Secondo i dati forniti dal Programma Nazionale Esiti, promosso dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nel 2021 si contano 500 mila ospedalizzazioni in più rispetto al 2020. In particolare, la fotografia scattata dal Pne evidenzia una significativa ripresa degli interventi oncologici, con particolare riferimento al tumore alla mammella che torna al trend pre-pandemico grazie ad maggior numero di screening.

Non solo oncologia: dai tumori alla frattura del femore, fino all'angioplastica, Agenas fornisce una valutazione di quelle che sono le strutture migliori del Paese e quest'anno, tra le prime due premiate, c'è l'ex Umberto I di Ancona, oggi Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche; menzionate anche diverse strutture dell'Emilia Romagna. Ecco i migliori ospedali del 2022 che, secondo il monitoraggio Pne, si sono distinti positivamente nei servizi sanitari e assistenziali. 

Sanità, l'ospedale di Ancona tra i due migliori d'Italia: ecco la classifica

Come funziona la valutazione Pne

Per descrivere sinteticamente la qualità delle cure fornite dalle strutture ospedaliere nel Paese, il Programma Nazionale Esiti utilizza il treemap, ossia una rappresentazione grafica basata su indicatori relativi a 7 aree cliniche valutate: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare. Nella stragrande maggioranza degli ospedali convivono aree di qualità buona con aree di qualità meno buona.

"La qualità delle cure - ha commentato il presidente Agenas, Domenico Mantoan - inizia a essere diffusa sul territorio e non più solo una prerogativa del Nord. La nostra filosofia non è quella di fare una classifica. Ma per gratificare chi si distingue positivamente abbiamo deciso per la prima volta di istituire un premio, che abbiamo assegnato alle due aziende che hanno raggiunto livelli buoni in almeno 6 delle 7 aree cliniche individuate".

Agenas: i migliori ospedali italiani sono due, uno ad Ancona 

Nel report di Agenas sono stati individuati due migliori ospedali italiani per assistenza sanitaria e cure, dal cuore alla frattura del femore, fino ai tumori. Si tratta di un ospedale privato e uno pubblico: l'Istituto Humanitas di Rozzano a Milano e l'Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona. Le due strutture sono le uniche, su 227 valutate, ad aver ottenuto "semaforo verde", ossia una valutazione alta per almeno 6 aree cliniche, rispetto agli indicatori individuati dal Programma Nazionale Esiti.

Il premio consegnato all'ospedale Umberto I di Ancona, oggi Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche, è stato ritirato da Armando Marco Gozzini, direttore del Dipartimento Salute della Regione. "Tra alluvioni e terremoti - ha detto - negli ultimi anni la nostra regione è stata messa a dura prova. Il premio che oggi ritiriamo è simbolo di una delle eccellenza delle Marche, la sfida è che questo fiore all'occhiello possa esser da esempio per estendere il messaggio di eccellenza su tutto il territorio".

Ricoveri ospedalieri: le 10 strutture con maggior volume di attività

Programma Nazionale Esiti calcola il volume di attività considerando i ricoveri in regime ordinario con una degenza superiore ad 1 giorno, sia per attività diagnostiche che cliniche. Di queste, si considerano gli indicatori maggiormente rappresentativi dell’area e a ciascun indicatore viene attribuito un peso proporzionale alla sua rilevanza e validità. Le 10 unità operative che hanno registrato maggiori volumi di attività nel rapporto 2022, sui dati del 2021, sono:

- Istituto Europeo di Oncologia di Milano; - Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma; - AOU "Careggi" di Firenze; - Fondazione IRCCS "Istituto NazionaleTumori" di Milano; - Ospedale di Bellaria (BO), IOV di Padova; - Humanitas istituto Clinico Catanese di Misterbianco (CT); - Istituto in tecnologie avanzate di Reggio Emilia; - AOU Pisana di Pisa; - Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena. 

Infarto: le 10 strutture più veloci per angioplastica 

Per quanto riguarda la tempestività di accesso all'angioplastica coronarica nei casi di infarto STEMI, la proporzione di interventi garantita entro 90 minuti è rimasta complessivamente costante nel biennio, passando da un valore medio di 49,9% nel 2020 a 50,6% nel 2021. Le 10 strutture che hanno proporzioni più elevate di angioplastica primaria sono:

- Presidio Ospedaliero "Ospedale del Mare" di Napoli; - Azienda Ospedaliera Universitaria - "Policlinico Tor Vergata" di Roma; - Ospedale "Fabrizio Spaziani" di Frosinone; - Polo Ospedaliero "Giovanni Paolo II" di Sciacca; - Ospedale "Maria Vittoria" di Torino; - P.O."S. Antonio Abate" di Erice; - Ospedale Centrale di Bolzano; - A.O.U. "Mater Domini" di Catanzaro, P.O; - "Maria Santissima Addolorata" di Eboli; - Ospedale "Infermi di Rimini".

By-pass: le strutture che hanno effettuato più interventi

Si registra un recupero anche per gli interventi di by-pass. Rispetto al 2020, nel corso del 2021 tornano a salire con un lieve aumento delle strutture sopra soglia (15 rispetto alle 10 del 2020), a fronte di un numero di cardiochirurgie lievemente ridotto (108 nel 2019 contro 101 nel 2021). Le strutture che hanno effettuato 200 o più interventi di Bypass coronarico (BAC) sono: - Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" di Roma; - Policlinico Universitario "Campus Biomedico" di Roma; - Villa Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna); - AOOR "San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona" di Salerno; - Ospedale "Del Cuore G. Pasquinucci" di Pisa; - P.O. "SS. Annunziata" di Chieti; - Ospedale di Treviso; - Ospedale di Vicenza; - Ospedale Civile di Legnano (MI); - Casa di Cura Montevergine di Mercogliano (Avellino); - Stabilimento "Umberto I - G. M. Lancisi" di Ancona; - Hesperia Hospital SRL di Modena; - AOU Mater Domini di Catanzaro; - AOU Careggi di Firenze; - PO "Santa Maria della Misericordia" sede di Udine; - AO "San Camillo Forlanini" di Roma.

Frattura collo del femore: le 10 strutture con più trattamenti e quelle più rapide

Per quanto riguarda la frattura del collo del femore, il trend vede un parziale riavvicinamento ai livelli pre-pandemici, a fronte di un leggero aumento nel 2021, rispetto al 2020, delle ospedalizzazioni con circa 2.600 ricoveri. La proporzione di pazienti ultrasessantacinquenni operati entro 48 ore, invece, è rimasta sostanzialmente stabile, passando dal 50,3 del 2020 al 48,6 del 2021, al di sotto della soglia del 60% indicata dal decreto 70/2015. Solo un terzo degli interventi, infatti, è stato effettuato in strutture che raggiungono la soglia prevista. Si conta che in Italia, nel 2021, le strutture che hanno trattato più di 100 casi di frattura del collo del femore nell'anziano siano 327; di queste, 106 hanno garantito un intervento tempestivo in più del 60 per cento dei casi. Ecco le prime 10 strutture con proporzioni più alte:  - PO "Umberto I" di Siracusa, Ospedale "Sandro - Pertini" di Roma, Policlinico Universitario "Campus Biomedico" di Roma; - P.O. "S. Giovanni di Dio" di Agrigento; - Ospedale di San Donà di Piave (Venezia); - Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano); - Ospedale "Guzzardi" di Vittoria (Ragusa); - AO "San Camillo Forlanini" di Roma; - Stabilimento di Jesi; - Istituto Ortopedico "Villa Salus I. Galatioto" di Melilli (Siracusa).

Protesi d'anca: aumentano gli interventi, ma nel privato

Significativo, invece, il dato sugli interventi di protesi d'anca che crescono nel privato con un +13,5% nel 2021. Il settore pubblico, invece, ha visto una riduzione, passando da -20,7% nel 2020 a -12,2% nel 2021. Tutto ciò, sottolinea il report, ha portato a un aumento del peso relativo del privato accreditato nell'ambito della chirurgia protesica dell'anca, che risultava già in crescita prima della pandemia: dal 44,7% nel 2019 passa al 51,1% nel 2021. La nuova sfida nell'era post pandemica della sanità pubblica sarà invertire questo trend dal privato al pubblico.