Bologna, 2 ottobre 2021 - Bei tempi quando il metano per auto era il carburante più economico in assoluto. Oltre ad avere un marchio più green, solitamente le vetture a metano avevano il vantaggio di fare un pieno con una spesa molto contenuta. Se confrontata poi con i mezzi a benzina o gasolio. Ebbene, negli ultimi giorni è successa una cosa mai vista prima. Il prezzo del metano è aumentato ed è salito alle stelle. In certe zone d'Italia, oggi, per fare rifornimento di metano occorre pagare un costo addirittura di due euro al chilo.
Aggiornamento Metano a 2 euro: distributori vuoti. "Un disastro, chiudiamo gli impianti" - Metano, le associazioni: "L'aumento non presenta segni di attenuazione" - Metano, scende il prezzo in borsa. I consumatori temono speculazioni
Questa improvvisa impennata del metano (da tantissimi anni i prezzi erano più o meno stabili, intorno allo 0,90-1 euro al chilo) ha colto tutti di sorpresa e soprattutto i consumatori. Che sono tanti. Poiché il metano non viene utilizzato solamente dagli automobilisti, ma dall'intero settore dei trasporti (come i camionisti e chi guida i mezzi da lavoro). Una novità inaspettata e sgradita che rischia di mettere in crisi tutto il settore dei trasporti che utilizza questo carburante.
Metano alle stelle: cosa è successo?
Ma che cosa ha scatenato questo rialzo del prezzo? Alla base c'è un aumento del costo della materia prima che da inizio anno è quasi triplicata. Questa crescita ha un'origine che viene da lontano, dalle prime liberalizzazioni degli anni 2000, passando per una crisi delle risorse che si è fatta progressivamente più seria. A ciò si unisce, come sottilinea anche Federmetano, la grande crescita dell'economia asiatica e la sua crescente richiesta di risorse energetiche per cui è disposta a pagare meglio le forniture. Si tratta dunque anche di un problema legato alla globalizzazione.
Certamente ora le associazioni di categoria, a partire proprio da Federmetano, protesteranno e cercheranno di riportare i prezzi del metano a livelli accettabili, ristabilendo un equilibrio con misure-tampone. Resta il fatto che tutto il settore è in allarme e circa 1.200 stazioni di metano in Italia in subbuglio. Proprio adesso che quetso carburante si trovava davanti ad un'ooprtunità storiica dell'introduzione degli impianti self service.
Pronti gli impianti self-service
Marco Rinaldi, progettista di impianti, ha sostenuto che "il momento è maturo. Dal punto di vista normativo abbiamo tutti gli strumenti che ci consentono di pensare a una futura rete di distributori a metano che operino anche in modalità self". "Dal punto di vista tecnico - aggiunge - non ci sono particolari problemi. I nuovi distributori potranno essere già costruiti per lavorare in modalità self, ma ci sono anche possibilità di innovare tutta l'impiantistica esistente". Dunque, "questa è un'opportunità da non perdere sia nell'interesse degli utenti, che potranno avere un servizio paragonabile a quello dei combustibili liquidi, ma anche per proprietà e gestori perche' potranno guidare l'azienda verso una transizione che punta all'automatizzazione del processo trovando magari anche economie nella gestione".
La rabbia dei consumatori: "Conviene l'auto a benzina"
"Sono sei anni che ho l'auto a metano e non ho mai visto un prezzo così alto - dice una ragazza a Pesaro -. Il costo del carburante è aumentato quasi del 50%, sono rimasta scioccata. Secondo me questo provocherà una diminuzione della vendita delle auto a metano. Anche perché, al di là di un discorso ecologico, il metano non è più economicamente vantaggioso. Poi si dovranno fare più pieni e i distributori non sono così frequenti. E' un bel disagio". "Non mi aspettavo una cosa del genere - ribadisce un altro automobilista -. Conviene avere l'auto a benzina a questo punto. Mai visto un prezzo così alto, io ho sempre sempre pagato il metano sotto i 90 centesimi".
Yara ferma gli impianti
Tra le conseguenze dell'aumento del costo del metano c'è anche quello relativo a un'azienda petrolchimica di Ferrara. Yara, infatti, dovrà fermare gli impianti per alcune settimane. "La direzione Yara di Ferrara – si legge nel comunicato – ha convocato le segreterie territoriali dei chimici e la Rsu di stabilimento per informarle della situazione di criticità che la società sta attraversando in funzione dell’aumento del costo del gas metano. La direzione ha comunicato che il gruppo ha la necessità di ridurre in Europa il 40% delle produzioni di ammoniaca in quanto il costo del metano sta subendo notevoli aumenti, raggiungendo i massimi storici".