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Mascherine obbligatorie al cinema: quali e fino a quando. "Siamo gli unici in Europa"

Il presidente dell'Anec scrive a Draghi e Mattarella: "In ospedale e rsa basta la chirurgica e nei supermercati, bar e ristoranti l'obbligo decade"

Mascherine obbligatorie al cinema, quali e fino a quando

Bologna, 6 maggio 2022 - Le sale cinematografiche si rivoltano contro l’obbligo delle mascherine Ffp2 esteso fino al 15 giugno nei luoghi della cultura: cinema teatri e sale di spettacoli al chiuso, oltre che nei palazzetti sportivi.

Negli ospedali ed Rsa basta la mascherina chirurgica

“Dal 1 maggio è decaduto l'obbligo di mascherina in quasi tutti i luoghi aperti al pubblico e, mentre negli ospedali e nelle rsa basta indossare la mascherina chirurgica e nei supermercati, bar e ristoranti l'obbligo decade del tutto, cinema e teatri restano vincolati alla mascherina Ffp2: un segnale pericoloso, l'ennesimo che discrimina i luoghi di spettacolo” tuona l’Anec, Associazione degli esercenti dei cinema che, in un estremo tentativo, ha indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per perorare la propria causa. I gestori delle sale cinematografiche sono in fermento anche in Emilia-Romagna per un provvedimento che, temono, potrebbe affossare definitivamente il settore, dopo due anni di pandemia che hanno portato a una perdita di incassi drammatica.

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L’appello a Mattarella, Draghi e i ministri

“Dopo 26 mesi dall’inizio della pandemia assistiamo impotenti al completo allentamento delle misure restrittive per tutte le attività economiche, commerciali e di svago, con l’unica eccezione delle sale cinematografiche e di spettacolo al chiuso” scrive l’Anec nell’appello firmato dal presidente Mario Lorini e indirizzato anche a Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze; Dario Franceschini, ministro della Cultura; Roberto Speranza, ministro della Salute; Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e Antonio Decaro, presidente Anci.

“Appare addirittura incredibile – prosegue la lettera - che in ospedali, rsa, hospice, ambienti dove la tutela dei più fragili e deboli costituisce la massima priorità per la collettività, si ritenga sufficiente richiedere per i visitatori un generico dispositivo di protezione delle vie respiratorie. E ancora, le discoteche sono state definitivamente liberate dall’obbligo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Non sono forse questi luoghi affollati, dove è impossibile garantire il distanziamento? Come si può quindi accettare un provvedimento così palesemente discriminatorio?” chiede Lorini.

“Per oltre due anni – ricorda - abbiamo accettato con massima responsabilità tutte le misure e i protocolli applicati e imposti, sempre prima di tutte le altre attività. Il 2020 ha registrato perdite del settore cinematografico in sala di oltre il 70%, il 2021, unico caso in Europa, ha ulteriormente perso il 12% di spettatori sull’anno precedente e, dopo 4 mesi, il 2022 si attesta ancora ad un -60% sul 2019, mentre in Europa gli ingressi perdono non oltre il 30%” “La cultura in sala che, non dimentichiamolo è anche impresa, non è più garantibile a queste condizioni” avverte, infine.

Il bilancio delle perdite

Lo scorso anno, al box office italiano, si sono incassati quasi 170 milioni di euro per un numero di presenze pari a circa 25 milioni, facendo registrare nel 2021 rispetto al 2020 una diminuzione del 7% degli incassi e del 12% degli spettatori, percentuali che, a confronto con il 2019, prima della pandemia per il Covid, scendono vertiginosamente a meno 73% per gli incassi e a meno 75% per gli spettatori. Cinquecento schermi, in tutta Italia, non hanno mai riaperto dopo il lockdown.