MANUEL SPADAZZI
Marco Pantani

Cosa successe davvero a Marco Pantani a Madonna di Campiglio? Il caso è ancora aperto

L’esame antidoping del 5 giugno 1999 costò al campione la squalifica dal Giro d’Italia. “Mi hanno fregato”, disse lui subito dopo. La pista su cui ha indagato la commissione antimafia è quella della malavita organizzata

La maglia rosa del Giro d'Italia Marco Pantani lascia l'albergo di Madonna di Campiglio dopo essere stato fermato alla partenza della penultima tappa in seguito ai controlli dei livelli di ematocrito disposti dall'Uci, 5 giugno 1999

La maglia rosa del Giro d'Italia Marco Pantani lascia l'albergo di Madonna di Campiglio dopo essere stato fermato alla partenza della penultima tappa in seguito ai controlli dei livelli di ematocrito disposti dall'Uci, 5 giugno 1999

"Mi hanno fregato", disse Marco Pantani, subito dopo l’esame antidoping del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio che rilevò un valore di ematocrito sopra il limite consentito e gli costò la squalifica dal Giro d’Italia che stava dominando. A 25 anni dai fatti di Madonna di Campiglio, il giallo appare ancora irrisolto. Tanto che gli avvocati della famiglia Pantani, Fiorenzo e Alberto Alessi, sono tornati alla carica presentando (un anno fa) nuovi esposti alle Procure di Roma, Forlì e Trento.

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Il giallo della provetta

Pantani aveva fatto un test per conto suo la sera prima, e l’ematocrito era al 48%, sotto il limite di 50. Poi, quella mattina, all’hotel Touring, fu chiamato al controllo ed emerse un valore di ematocrito pari al 52%. Il campione di Cesenatico fu squalificato dal Giro d’Italia, e dovette affrontare un processo per frode sportiva, da cui venne assolto perché il fatto non costituiva reato. Il 5 giugno 1999 Pantani ripeté gli esami poche ore dopo, all’ospedale di Imola, e risultò avere un valore di 48%. I dubbi, mai fugati, è che la provetta venne manomessa. Secondo le indagini della Procura di Forlì quel giorno Pantani fu sottoposto agli esami alle 7,46, non alle 8,50 come emerso dall’indagine di Trento. Non solo: l’etichetta con il numero 11440 assegnata alla provetta contenente il sangue prelevato a Pantani, venne apposta alla presenza di tutti coloro che si trovavano nella stanza dove il prelievo venne eseguito, "con evidente pregiudizio – sottolinea la commissione antimafia – della garanzia dell’anonimato".

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Deplasmazione

Secondo l’esperto ematologo Massimo Locatelli, sentito anche dalla commissione antimafia, sarebbe stato possibile in questo modo alterare la provetta di Pantani. Come? Con la deplasmazione, tenendo la provetta in una determinata posizione (in piedi): "Da un semplice campione di sangue contenuto in una provetta, con una serie di semplici operazioni è possibile modificarne i valori. Il sangue in una provetta, se lasciata ferma all’interno di un contenitore in posizione verticale, permette al liquido ematico stesso di separarsi per sedimentazione, nel senso che la parte corpuscolata del sangue contenente i globuli rossi precipita sul fondo e la parte meno densa, quella plasmatica, rimane al di sopra". Locatelli ha spiegato in commissione antimafia che il processo di separazione "avviene dopo circa 30-60 minuti" e che "se da tale sangue che si è separato preleviamo anche una piccola parte di plasma che si trova in superficie, andiamo ad alterare tutti i parametri ematologici: troveremo una concentrazione più alta di globuli rossi e quindi di emoglobina ed ematocrito, e una diminuzione di piastrine".

L’ombra della camorra

Ma perché Pantani sarebbe stato ‘fregato’? E da chi? La pista su cui ha indagato la commissione antimafia – che ha risentito anche i tre medici che effettuarono il prelievo e altre persone informate sui fatti – è quella della malavita organizzata. La camorra, stando alle rivelazioni di Renato Vallanzasca, ai racconti e alle intercettazioni di alcuni esponenti di clan camorristici, aveva puntato sulla sconfitta di Pantani al Giro del 1999 nel giro delle scommesse clandestine. Sulla vicenda hanno indagato le Procure di Napoli e Forlì. Nel 2016 Forlì ha archiviato il caso. Il procuratore capo Sergio Sottani spiegò che l’idea del complotto organizzato dalla camorra per far perdere il Giro d’Italia al campione di Cesenatico "è credibile, ma non ci sono prove". I legali della famiglia Pantani non si arrendono, hanno fatto nuovi esposti alle Procure di Roma, Trento e Forlì, segnalando contraddizioni nelle versioni fornite dai medici che fecero i prelievi.