Marco Pantani è una leggenda che va ben oltre lo sport, abbracciando anche l’arte in tutte le sue espressioni. I libri e le poesie a lui dedicati sono praticamente impossibili da elencare, perché sono tantissimi gli amici, gli appassionati e i tifosi che hanno voluto mettere nero su bianco e con tanto cuore hanno ricordato a modo loro la vita, le vittorie, gli aneddoti e la prematura fine del ‘Pirata’.
Il mondo dell’immagine lo ha visto sempre protagonista, con svariate pellicole cinematografiche la cui produzione è iniziata appena Marco è deceduto. Ce ne sono di tutti i tipi, da quella più romantica a quella più cruda, dal film che racconta Pantani da bambino a uomo, dalle stelle alla depressione.
I film sono stati influenzati anche dalle cronache, con al centro le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Forlì sul complotto e le infiltrazioni camorriste legate alle scommesse, in merito ai fatti di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999, quando il ‘Pirata’ venne fermato per valori di ematocrito alti nel sangue, e le tre indagini della Procura di Rimini che ha invece affrontato la parte penale relativa all’ipotesi di omicidio, per la morte del campione avvenuta il 14 febbraio 2004. Anche su questo versante ci sono autori e registi che hanno dato diverse versioni, da quelle che hanno fatto arrabbiare la famiglia e i tifosi per l’eccessivo soffermarsi sui vizi del campione e non sulle virtù, sino ad arrivare ad opere cinematografiche che hanno sposato in pieno la tesi dei genitori, secondo i quali oltre al complotto del ’99 oramai chiaro a tutti, c’è anche chi nel 2004 ha avuto un ruolo attivo nella morte di Marco.
Oltre ai film, sono stati realizzati anche molti documentari per il piccolo schermo, tra i quali uno di recentissima produzione Rai.
Per il teatro si registrano molte produzioni, con attori in carne e ossa che hanno interpretato il campione, i genitori, la sorella Manola, gli amici e le persone che gravitavano attorno a casa Pantani. Fra le rappresentazioni nei giorni scorsi è stata messa in scena 'Il mio nome è Marco' al teatro Victor di Cesena, con protagonisti gli attori e le attrici del Teatro delle Lune, che in precedenza avevano portato lo spettacolo sui palcoscenici di Biella e Cesenatico.
Il mondo della musica ha dato importanti tributi a Marco Pantani e non poteva essere diversamente, visto che il campione era un grande appassionato, amava cantare assieme agli amici più cari e la sua interpretazione di 'Gente di mare' in stile karaoke ha fatto il giro del mondo. Fra le dediche ci sono brani che hanno riscosso successo e hanno centrato il cuore di tante persone, come 'E mi alzo sui pedali' degli Stadio, con la voce straordinaria del leader Gaetano Curreri capace di creare emozioni uniche, 'Prendi in mano i tuoi anni' dei Litfiba, 'In fuga' di Francesco Baccini, 'L’ultima salita' dei Nomadi, mentre 'In punta di piedi' è la canzone scritta da Marcello Pieri su richiesta di Marco Pantani, che il campione avrebbe voluto presentare, magari a Sanremo.
È notevole anche l’impegno dei pittori, molti dei quali hanno realizzato dei quadri dedicati al campione, degli scultori (basti pensare ai monumenti installati in varie parti d’Italia), e persino di mosaicisti che hanno voluto immortalare il grande Pantani.
A proposito di statue sul Pirata. Non c'è solo a Cesenatico, ma spuntano come funghi. Una sorge anche a Monte Campione e quella statua è meta di pellegrinaggi continui: nella foto che vi mostriamo c'è un farmacista di Milano, Corrado Tommasini, che dall'infanzia fa le vacanze a Cesenatico, ed era un super tifoso di Pantani. Spesso va a trovare il Pirata lì, dove c'è la sua statua.