di Vittorio Bellagamba
ANCONA
Il sistema economico delle Marche mostra un indebolimento. Un fenomeno che si è avvertito negli ultimi mesi del 2022 ed è proseguito nella prima parte dell’anno in corso. Tale indicazione emerge dall’analisi degli indicatori trimestrali dell’economia regionale elaborato dalla Banca d’Italia, nell’incontro che si è svolto nella sede regionale di Bankitalia. Gli analisti hanno evidenziato che "nella media del primo semestre del 2023 il prodotto regionale sarebbe cresciuto dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2022, meno che in Italia dove l’incremento è pari a 1,2 per cento. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche conseguente ai recenti attacchi terroristici in Medio Oriente ha determinato un brusco incremento dell’incertezza, che potrebbe avere ripercussioni sull’evoluzione del quadro".
Secondo Alfredo Bardozzetti, consigliere senior analisi e ricerca economica territoriale della sede di Ancona, "tutti i settori economici fanno registrare segnali di peggioramento congiunturale: l’attività si è affievolita nell’industria, eccezion fatta per il comparto calzaturiero, ha rallentato nelle costruzioni e perso slancio nei servizi, dove ha risentito dell’indebolimento della domanda interna". Una situazione che ha trovato ripercussioni anche nelle vendite oltreconfine: "Le esportazioni al netto del settore farmaceutico hanno ristagnato – ha aggiunto Bardozzetti – e i livelli di incertezza recentemente acuitesi con l’ulteriore deterioramento del contesto geopolitico e gli accresciuti costi di finanziamento tendono a scoraggiare gli investimenti". Inizia a preoccupare anche il mercato del lavoro: "La fase di espansione dell’occupazione si è interrotta – ha aggiunto– e il tasso di occupazione è rimasto sostanzialmente stabile; i tassi di attività e di disoccupazione sono diminuiti riflettendo una minore partecipazione al mercato del lavoro in un contesto di flessione della popolazione in età attiva". La dinamica dei consumi ha evidenziato "un considerevole rallentamento ed ha risentito dell’erosione del potere di acquisto delle famiglie determinata dall’inflazione".
Per quanto riguarda l’andamento del credito – ha detto Sabrina Ferretti dell’Ufficio Analisi della Banca d’Italia di Ancona – i prestiti a clientela residente nelle Marche sono nettamente diminuiti nella prima metà dell’anno. È proseguita la contrazione del credito bancario al settore produttivo e in particolare si è accentuato il calo dei prestiti alle imprese di minori dimensioni. Tra i prestiti alle famiglie le erogazioni di nuovi mutui si sono fortemente ridotte riflettendo la flessione delle compravendite di abitazioni. I depositi bancari di famiglie e imprese sono diminuiti e la flessione è dovuta alla netta contrazione della componente in conto corrente".