Bologna, 7 maggio 2019 - Dopo l’ondata polare di maltempo che si è abbattuta sull’Emilia Romagna lo scorso fine settimane, viale Aldo Moro non perde tempo e mette al lavoro i suoi tecnici per una ricognizione puntuale danni subiti dalle coltivazioni agricole da Piacenza a Rimini.
Archiviata l’ondata di maltempo che ha registrato precipitazioni per oltre 100 millimetri in 36 ore e neve sopra i 400 metri, l’assessorato all’Agricoltura ha attivato i servizi territoriali per le verifiche sul campo e avviato la procedura per raccogliere le segnalazioni dei danni, che si prospettano ingenti per molte colture, dalla frutta ai cereali. Procedura che, se accertate le condizioni previste dalla legge nazionale per i risarcimenti, porterà alla richiesta al Governo del riconoscimento dello stato di calamità.
I tecnici regionali sono sul territorio per fornire tutto il supporto utile agli agricoltori colpiti. E per avere un quadro più aggiornato possibile, saranno ascoltate tutte le associazioni di categoria. Già venerdì 10 maggio, un primo punto della situazione verrà fatto in Regione nel corso dell’incontro della Consulta agricola insieme all’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.
“Ci siamo da subito attivati per raccogliere le segnalazioni e verificare in campo lo stato dei danni. Verificheremo insieme anche alle associazioni agricole se vi sono le condizioni per richiedere lo stato di calamità, ai sensi di quanto previsto dalla legge nazionale, e quali altri istituti di indennizzo è possibile attivare. Per la parte di competenza regionale – sottolinea l’assessore – attiveremo le procedure per ottenere quanto possibile in merito sgravi fiscali previdenziali e rimodulazioni bancarie a favore delle imprese colpite. "Come sempre, la Regione sta facendo e farà la sua parte e metterà in campo tutte le misure possibili nell’attesa che anche il Governo faccia la propria. Diversamente da quanto accaduto per i danni da gelate 2018 (Burian) - chiude Caselli - che, nonostante le ripetute sollecitazioni fatte dalla Regione al Governo, non ha trovato a Roma il giusto riscontro”.