RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Malaria, sintomi e mortalità. “Perché gli italiani sono più vulnerabili”

Massimo Andreoni (Simit): “Questa malattia ha selezionato i popoli. Quante persone si ammalano ogni anno nel mondo, qual è il vettore più competente e la percentuale di mortalità nel nostro paese nei casi d’importazione”

La malaria ogni anno uccide tra le 500mila e le 600mila persone nel mondo

La malaria ogni anno uccide tra le 500mila e le 600mila persone nel mondo

Roma, 18 dicembre 2024 – Andrea Poloni è stato ucciso dalla malaria contratta in Congo. La malattia “è stata dichiarata debellata in Italia nel 1970. Vuol dire che da allora non si sono più verificati episodi endemici, se non casi eccezionali dovuti a zanzare infette arrivate in Italia nei bagagli o con i voli arei. Mentre abbiamo avuto migliaia di casi importati, alcune decine sono stati letali”. La sintesi è di Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). Ma, paradossalmente, proprio per questo oggi “siamo più vulnerabili” a questa parassitosi “che ha come vettore più competente la zanzara Anopheles, ne esistono più di 60 specie, ma solo alcune capaci di trasmettere la malattia”Abbiamo intervistato il professore per mettere a fuoco i punti chiave.

Malaria, i numeri di una malattia che ha cambiato il corso della storia
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A questo link dell’Iss le info sulla malaria

La storia per punti

In quanto tempo si può morire di malaria?

Ma in che tempi si può morire di malaria? “La malaria può essere fulminante e uccidere nel giro di pochi giorni – risponde il professore -. In genere la morte arriva dopo due settimane. La malattia può avere un decorso molto rapido, e in questi casi si definisce perniciosa. Quando si manifesta in forma comatosa, la mortalità arriva al 50%. L’aggressione al sistema nervoso centrale diventa saliente”.

Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit
Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit

Malaria e mortalità, i numeri

Il rapporto tra malaria e mortalità ha bisogno però di una spiegazione complessa. Chiarisce Andreoni: “Intanto dipende dall’età, sotto i 5 anni è più alta. Stessa cosa nelle donne in gravidanza. Ma naturalmente conta anche in che parte del mondo siamo, in paesi con una buona sanità pubblica la mortalità è molto meno spiccata rispetto ai paesi del terzo mondo. In Africa e nei paesi dove la malaria è endemica, se un bambino supera la malattia, il rischio di morte si riduce progressivamente, con la crescita”. Perché la malaria se curata precocemente, ha una prognosi completamente diversa”.

Ci sono due percentuali che chiariscono benissimo il concetto: “In Italia la mortalità dei casi importati è dello 0,5-0,6%; diventa dello 0,07% nei soggetti che arrivano da paesi dove la malattia è endemica”.

La malaria è trasmessa dalla zanzara Anopheles
La malaria è trasmessa dalla zanzara Anopheles

Malaria, i sintomi

Ma quali sono i sintomi della malaria? “La malattia – chiarisce il professore - inizia con la febbre, che può acquisire un andamento caratteristico con la sua presenza a giorni alterni.  A questo si associano anemia, spesso sintomi respiratori e gastroenterici, ingrossamento della milza”.

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“Quando la malaria ha un decoro subdolo”

Ma questa malattia – che ha cambiato il corso della storia “e ha selezionato i popoli” – tra le vittime illustri Carlo Magno e Fausto Coppi – “può avere anche un decorso più subdolo –, e quindi in alcuni casi può provocare la morte di un paziente nel giro di alcune settimane”.

Ma da cosa dipende l’inversione, da decorso favorevole a infausto? “Ad esempio dalle condizioni del paziente – risponde Andreoni -. Se ha altre malattie...”.

I morti di malaria ogni anno

Ogni anno, ricorda Andreoni, “nel mondo si contano 250 milioni di malati e 500mila-600mila morti. Ma è sempre bene ricordare che parliamo di regioni del mondo particolari, avere dati certi è sempre un problema”.

Il vettore della malaria

La parassitosi viene trasmessa dalla zanzara Anopheles, “ma ne esistono più di sessanta specie diverse, alcune sono più competenti di altre nel trasmettere il plasmodio della malaria”. In Italia, ricorda Andreoni, “abbiamo la Anopheles labranchiae, che è potenzialmente in grado di trasmettere la malattia. Ma i focolai autoctoni sono considerati eccezionali, si pensa piuttosto a zanzare importate con il bagaglio”.

 

Gli errori da evitare nei viaggi

Chi frequenta paesi dove la malattia è endemica, ricorda Andreoni, deve mettere in pratica una serie di azioni, anche preventive, “come la profilassi farmacologica prima di partire e una serie di buone norme di comportamento, dai repellenti alle zanzariere anche per proteggere il letto”. Perché, è il messaggio da ribadire, “chi vive in zone dove la malaria non è più endemica, è ad altissimo rischio perché non ha sviluppato un’immunità”.