
Le luminarie natalizie di Bologna e Ravenna
Bologna, 16 dicembre 2020 - «Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro / E sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio»: forse nessun’altra canzone meglio di ‘Futura’ - una delle più amate di Lucio Dalla – avrebbe potuto descrivere il difficile momento che stiamo vivendo. E trasmettere, allo stesso tempo, un messaggio di speranza: sarà per questo che i versi dell’indimenticato cantautore bolognese sono tornati a illuminare via D’Azeglio (foto), a Bologna, con le luminarie natalizie (foto). L’anno scorso, il testimone era passato all’altro artista bolognese Cesare Cremonini, autore della splendida ‘Nessuno vuole essere Robin’. A pochi passi da Via D’Azeglio, nella zona universitaria di via Petroni (video), l’omaggio riguarda invece il maestro Ezio Bosso, deceduto nella sua casa, in città, lo scorso 15 maggio: «La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare».
Ma Bologna non è la sola città emiliano-romagnola che, a Natale 2020, ha scelto di accendere le proprie strade con i versi tratti da canzoni, poesie o componimenti dialettali. Le parole luminose, sospese nell’aria, ammaliano gli sguardi anche a Ravenna, Rimini, Sarsina (Forlì-Cesena), Imola, Scandiano (Reggio Emilia), Piacenza e a Santarcangelo di Romagna, nell’entroterra riminese.
A Ravenna non potevano che essere protagonisti i versi di Dante, mentre ci si prepara a festeggiare, nel 2021, i 700 anni dalla sua morte. Sedici endecasillabi sono stati installati in sei vie del centro: Gordini, Diaz, Corrado Ricci, Mazzini, IV Novembre e Cavour. Qui sono stati posizionati anche alcuni totem che accompagneranno la lettura, indicando i canti in cui gli endecasillabi sono inseriti. Attraverso un codice Qr, inquadrabile con il proprio smartphone, sarà possibile ascoltare la lettura integrale del canto cui si riferiscono.

A Sarsina, città natale del commediografo Plauto, sono i titoli delle sue opere più celebri - recitate ancora oggi con straordinario successo – a svettare sull’ominima piazza e sulle strade circostanti. A Imola, la famiglia del leggendario campione di Formula 1 Ayrton Senna - che proprio qui trovò la morte, durante il Gp di San Marino del 1994 - ha selezionato alcune frasi pronunziate dal pilota: «I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria, bisogna dare a tutti una possibilità». E: «Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione per vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita». Scandiano, nel Reggiano, ricorda invece i versi di Giosuè Carducci: «A te, Scandian, faro gentile che ardi...».
Dalla poesia al vernacolo. È caduta su una famosa canzone popolare in dialetto, infatti, la scelta dell’amministrazione comunale di Piacenza: alla Muntà di Ratt, le luminarie natalizie riportano ‘T'al dig in piasintein’ di Gianni Levoni, un motivetto molto amato dai piacentini. Citazioni di poeti dialettali anche a Santarcangelo di Romagna (Rimini), cittadina che per prima, grazie all’intuizione dell’artigiano santarcangiolese Tiziano Corbelli, ha lanciato, nel 2016, l’idea delle parole di luce. Un’usanza approdata, ormai, in diverse città d’Italia. Non solo luminarie: Santarcangelo attenderà l’arrivo del Natale con l'azione urbana ‘Porta poetica’. I giovani dei laboratori del Teatro Patalò sceglieranno infatti una poesia, la impareranno a memoria e, nel giorno stabilito, dovranno suonare alla porta dei cittadini e decidere se: consegnare la busta senza parlare oppure recitarla sulla soglia. Come una vera e propria consegna a domicilio, ma letteraria.