Macerata, 17 febbraio 2022 - "Un bambino nato due anni fa ha visto solo persone con la mascherina in un contesto di restrizioni e limitazioni dei contatti che, se crea difficoltà e disorientamento in un adulto, figuriamoci in un soggetto appena venuto al mondo o, comunque, di pochi anni. Da questo punto di vista, l’impatto del Covid sulla vita dei bambini si può dire sia persino peggiore delle conseguenze fisiche". Martina Fornaro, direttrice dell’unità operativa di Pediatria all’ospedale di Macerata, sottolinea come l’ultima ondata della pandemia abbia contagiato i più piccoli con una frequenza assai più intensa rispetto alle precedenti. Lasciando segni più nella psiche che sul corpo. Dottoressa Fornaro, c’è un indicatore del boom di contagi nei bambini? "Da dopo Natale in poi c’è stato un costante afflusso di bambini in pronto soccorso. Mediamente sono stata chiamata per seguire ogni giorno due bambini positivi al Covid. C’era chi era già infettato e chi, invece, venuto in ospedale per altri problemi, risultava poi positivo al tampone. Sono arrivati in tanti, anche piccolissimi, anche sotto ai sei mesi. Per fortuna, nella quasi totalità dei casi si è trattato di soggetti in condizioni cliniche tali da non rendere necessaria l’ospedalizzazione. In un paio di casi, però, anche per la presenza di altre patologie, per evitare ogni possibile rischio, abbiamo deciso il trasferimento al Salesi di Ancona. C’è stata una maggiore contagiosità nelle fasce pediatriche, e lo rileviamo ancora oggi nel rapporto che abbiamo con i pediatri di famiglia che operano sul territorio. I numeri sono ancora elevati". Come procedono le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni? "Le vaccinazioni procedono discretamente, anche se ci sono stati – e ci sono – alcuni fattori che hanno provocato un certo rallentamento. Molti appuntamenti, infatti, sono stati annullati perché, proprio per l’elevata contagiosità, tanti bambini sono stati infettati, oppure sono stati costretti a periodi di quarantena. Diciamo, però, che c’è una buona adesione". Si può già dire qualcosa sul 'long Covid' nei bambini? "Al momento, con gli studi in corso, non ci sono dati di prevalenza. Sembra emergere, però, che gli effetti di lungo periodo riguardino più che i bambini gli adolescenti. Si manifestano, in genere, qualche settimana dopo la malattia, in particolare con astenia e cefalea. Sintomi, però, che solo secondariamente sarebbero legati al Covid. L’impatto della pandemia sugli adolescenti è stato molto forte sul fronte psicologico, come dimostra la grande richiesta di servizi neuropsichiatrici e psichiatrici. Questo è un fatto certo". Dopo quelli del 2021, avete avuto più casi di Mis C? "Finora, dall’inizio del 2022, fortunatamente non abbiamo avuto casi. L’anno scorso ne abbiamo trattati cinque, bambini che dopo essere stati positivi al Covid, sono stati colpiti dalla Mis C, sindrome infiammatoria multisistemica che insorge dopo l’infezione da Sars-CoV-2 e che può avere complicanze molto gravi. Ma si sono risolti tutti positivamente". Quanto è forte, nell’insieme, l’impatto del Covid sui bambini? "Dal punto di vista fisico, salvo casi specifici in cui si verificano complicanze dovute per lo più alla presenza di altre patologie, gli effetti sono contenuti, come dimostrato dagli studi effettuati e come verificato anche nel corso della pandemia. Per il resto, è vero che i bambini hanno forti capacità di reazione e adattamento, ma è indubbio che siano nati o vissuti in un periodo in cui hanno visto solo adulti con la mascherina, che hanno sicuramente avvertito il “vissuto d’ansia’’ da parte della famiglia, che i loro rapporti sono stati profondamente limitati. È questo l’impatto più grande che il Covid ha prodotto su di loro".
CronacaLong Covid e bimbi, la pediatra avverte: "Danni psicologici peggiori di quelli fisici"