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Neonati morti, l'interrogatorio di garanzia: Chiara Petrolini non risponde alle domande del gip

La 21enne arriva in tribunale da un ingresso secondario e si copre il volto per sfuggire ai flash. L’accusa è di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’avvocato: “Scelta tecnica, ha già dato un contributo alle indagini”

Parma, 26 settembre 2024 –  Chiara Petrolini si avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip del tribunale di Parma Luca Agostini per l’interrogatorio di garanzia

È dunque questa la scelta difensiva della 21enne di Traversetolo (Parma), accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, in relazione al ritrovamento dei due neonati morti nel giardino di casa sua.

Petrolini è arrivata in auto da un ingresso secondario per sfuggire alle telecamere insieme al suo avvocato, Nicola Tria.

Caso dei neonati sepolti in giardino, Chiara Petrolini arriva in tribunale e si copre il volto
Caso dei neonati sepolti in giardino, Chiara Petrolini arriva in tribunale e si copre il volto

Camicia bianca, jeans, giacca sulle spalle, sneakers bianche, si è coperta il viso con dei fogli per sfuggire ai flash per pochi secondi prima di entrare in Tribunale.

La 21enne è agli arresti domiciliari dal 20 settembre per omicidio premeditato e soppressione di cadavere. La giovane è stata accusata dopo il ritrovamento nel suo giardino di casa, il 9 agosto, del cadavere di un neonato, poi risultato da lei partorito due giorni prima.

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Le indagini sono proseguite e in seguito sono state trovate, sempre nel giardino, le ossa di un altro bimbo nato a maggio 2023, anche questo figlio di Chiara.

Due gravidanze tenute nascoste a tutti, secondo la ricostruzione della Procura di Parma.

La ragazza è stata finora sentita due volte dal pubblico ministero: ha detto di aver partorito entrambe i figli da sola e di aver nascosto a tutti le gravidanze, sostenendo però che i piccoli erano nati morti.

L'autopsia ha invece dimostrato che il secondo prima di morire dissanguato per il cordone ombelicale non chiuso, aveva respirato ed era quindi nato vivo.

L’avvocato: “Chiara ha già contribuito alle indagini”

"Chiara si è avvalsa della facoltà di non rispondere oggi, una scelta tecnica diciamo, è ovvio che questo non significa e mi preme chiarirlo che in un altro momento non possa rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio. Così come ha fatto anche, come vi è stato raccontato, in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente, una volta essendo interrogata.

Quindi questa ripeto è una scelta strettamente tecnica quella di oggi. È stata interrogata e io credo abbia anche fornito un contributo per nulla irrilevante per la ricostruzione dei fatti", le parole del legale di Chiara Petrolini, Nicola Tria.

Chiara non è in carcere: ecco perché 

Chiara è accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere per il suo secondogenito – il primo bimbo ad essere trovato dal cane nella villetta di famiglia – e di soppressione di cadavere per il primogenito, l’ultimo ad essere scoperto dagli inquirenti durante le indagini. Al momento la ragazza non si trova in cella per la mancanza di presupposti fondamentali per la misura cautelare in carcere: la reiterazione del reato – cosa che non può fare non essendo incinta – il pericolo di fuga o la distruzione delle prove.

La procura: “Nessuna indulgenza”

“Della giovane, si badi bene, la procura non ha avuto nessun atteggiamento di indulgenza, avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nell'applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso”. A parlare è il procuratore capo di Parma, Alfonso D'Avino, in una replica al presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bertoli, che ha criticato il comportamento della Procura nel fornire informazioni sul caso ai media.

Il primo interrogatorio

Molte cose sono già state raccontate dalla 21enne lo scorso 2 settembre, quando Chiara ha rilasciato le sue prime dichiarazioni volontarie alla presenza del suo avvocato difensore.

La 21enne ha ricostruito gli eventi di quel terribile 7 agosto. Ha raccontato al pm di aver partorito in casa senza l’aiuto di nessuno, sostenendo di avere nascosto la gravidanza a tutti, compresi genitori e il fidanzato Samuel. Particolari che però non quadrano, in molti pensano che qualcuno possa averla aiutata. Dopo il parto, Chiara ha ammesso di aver seppellito il neonato, dicendo di essersi accorta che era nato morto.

I punti da chiarire

Sono tanti i punti ancora oscuri di questa vicenda. Innanzitutto i contorni del parto: la ragazza ha negato di avere abortito volontariamente assumendo dei farmaci o ricorrendo ad altre pratiche, sostenendo di avere avuto un parto naturale. Poi ha negato di aver avuto un’altra gravidanza. Due fatti, però, che sarebbero stati contraddetti dalle prove rinvenute nel corso delle indagini.

Un ulteriore punto da chiarire sarà quello delle forbici da cucina usate per tagliare il cordone ombelicale. A indicarle è stata proprio Chiara Petrolini, ma da una prima analisi non risultano esserci tracce di sangue. Non si esclude quindi che la ragazza possa aver usato un altro strumento.