Sono 19.015 le imprese delle Marche ad alto “rischio automazione”, il 14,9% del totale con 121.273 addetti. Sono 36.527 (il 28,6%) le imprese a basso rischio e 72.340 (il 56,6%) quelle a medio rischio. L’analisi è dell’Ufficio Studi di Confartigianato che mette in evidenza l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo delle imprese. Tra i settori più esposti ci sono alimentari, tessile-abbigliamento, legno, fabbricazione di prodotti in metallo.
È discusso e controverso l’effetto della “disoccupazione tecnologica”: si delineano situazioni di sostituzione di lavoro da parte dell’intelligenza artificiale mentre in altre imprese i processi aziendali vedranno una collaborazione tra lavoratori e sistemi di intelligenza artificiale.
Le piccole imprese, sottolinea il Segretario di Confartigianato Marche Gilberto Gasparoni, hanno già dimostrato di saper utilizzare la tecnologia per amplificare il saper fare. "Stiamo aiutando le imprese anche grazie all’attività del nostro Digital Innovation Hub a scegliere le opportunità più idonee tra quelle offerte dall’evoluzione digitale, attraverso attività di informazione, formazione, networking, e diffusione di tecnologie digitali innovative".
"La transizione digitale – prosegue il Presidente di Confartigianato Marche Emanuele Pepa – è uno dei driver principali di rigenerazione delle micro e piccole imprese e dell’artigianato. Il digitale può essere l’occasione per sostenere le attività artigiane, consentendo di mantenere alto il valore delle produzioni tradizionali, moltiplicato ed amplificato dalle applicazioni digitali a sostegno del processo o del prodotto. Non c’è nessun algoritmo che possa sostituire l’intelligenza artigiana".
Il 67% delle imprese marchigiane lo scorso anno, secondo l’analisi di Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal, ha effettuato investimenti nei vari ambiti della trasformazione digitale e il 35,2% ha promosso attività di formazione per il personale sempre nell’ambito della digitalizzazione.