MONICA RASCHI
Cronaca

Influenza aviaria oggi a Bologna, come si trasmette e le precauzioni

Intervista a Giovanni Tosi, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Forlì, dopo la prima morte di un gatto nel capoluogo emiliano che aveva contratto l’infezione

Influenza aviaria a Bologna: come è avvenuto il contagio nel gatto. Risponde l'esperto Giovanni Tosi, direttore Istituto Zooprofilattico di Forlì

Influenza aviaria a Bologna: come è avvenuto il contagio nel gatto. Risponde l'esperto Giovanni Tosi, direttore Istituto Zooprofilattico di Forlì

Bologna, 18 gennaio 2025 – Un gatto morto dopo aver contratto l’influenza aviaria in un piccolo allevamento di pollame della Valsamoggia dove era a stretto contatto con i polli risultati infetti. Il primo caso in Italia, molto raro come spiega Giovanni Tosi, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Forlì (laboratorio di riferimento della regione Emilia-Romagna per l’aviaria).

Direttore, intanto come si trasmette l’aviaria ai polli?

“L’influenza aviaria viene trasmessa dagli uccelli migratori, in particolare dagli anatidi che sono spesso dei portatori asintomatici dell’infezione. Attraverso le rotte migratorie con gli uccelli che vengono a svernare nel nostro Paese c’è il rischio di introduzione del virus. Le rotte più a rischio sono quelle che partono dall’Asia, transitano per gli Stati dell’Est e arrivano da noi. L’Asia è storicamente un bacino di sviluppo e diffusione dei virus influenzali. Poi si trasmette da un luogo all’altro attraverso gli spostamenti di persone e automezzi che vanno da un allevamento all’altro. A questo punto entra in gioco la bio-sicurezza”.

Di cosa si tratta?

"Di tutte quelle misure che devono essere messe in atto per impedire la diffusione di qualsiasi virus quindi, per fare qualche esempio, gli automezzi devono essere disinfettati, le persone devo cambiare gli abiti in entrata e uscita dall’allevamento. Ci sono poi sistemi di tracciatura se si verifica un caso di infezione in un allevamento, noi sappiamo in tempo reale tutti i contatti che quel luogo ha avuto con gli altri: i servizi veterinari intervengono subito”.

Tra il pollame e i volatili migratori come avviene la trasmissione dell’infezione?

"Per via respiratoria o per via fecale. Nel caso degli anatidi molto frequente la diffusione attraverso le feci”

Il gatto che si è ammalato quindi è entrato in contatto diretto con l’infezione.

"Sì, sicuramente è entrato in contatto stretto con la fonte dell’infezione. Questo è importante ribadirlo perché l’animale domestico non la prende certo attraverso l’aria, deve avere il contatto diretto, come per noi quando veniamo a contatto con una persona malata che tossisce o starnutisce. Non si trasmette nemmeno attraverso il cibo, vorrei puntualizzare, perché il pollame malato non arriva certo sulla nostra filiera alimentare e nemmeno su quella del pet-food. E comunque una volta sottoposto a cottura il virus muore”.

Nel caso che il gatto ammalato sia andato in casa, quindi abbia avuto un contatto diretto con i padroni, sia andato sul divano o a dormire con loro, c’è pericolo di contagio per gli umani?

"La trasmissione tra mammiferi, quindi anche tra gatto-uomo, è veramente raro”.

Che consigli possiamo dare a chi ha cani e gatti e magari un piccolo allevamento di polli?

"In via precauzionale è meglio non farli entrare in contatto. Ma consideri anche il fattore del monitoraggio stretto e sistematico dell’aviaria in tutti gli allevamenti che viene fatto nel nostro Paese da molti anni e soprattutto in quelle zone considerate a rischio, quindi dove ci sono le rotte migratorie oppure molti allevamenti avicoli. Quindi Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. Da sottolineare che l’influenza aviaria ad alta patogenicità si manifesta rapidamente e la mortalità del pollame è molto veloce, quindi gli allevatori se ne accorgono subito, non è un nemico che si nasconde. Quindi si riesce a intervenire in maniera tempestiva. Poi c’è il monitoraggio che si fa sulla fauna selvatica, su tutti gli animali trovati morti, ma anche feriti e vivi, sul territorio vengono analizzati”.

Com’è la situazione relativa all’aviaria in Italia?

"Si stanno verificando casi soprattutto in Veneto e in alcune zona della Lombardia, prevalentemente in provincia di Mantova, zone considerate a rischio sia per le rotte migratorie che per il numero di allevamenti. Si sta cercando di riorganizzare la distribuzione degli allevamenti sul territorio. E comunque attuare provvedimenti di bio-sicurezza come le reti per impedire l’accesso ai migratori”.